Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storia. Secoli XIX-XX
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1997
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Beatrice Pisa
ben scarso riscontro all'interno del sodalizio.6) Egli stesso fini per allinearsi con le progettualità societarie forse perché troppo impegnato nel seguire le vicende dell'italianità nelle regioni sottoposte a dominio austriaco (era uno dei più attivi rappresentanti dell'ala irredentista), forse per non distogliere le scarse forze del gruppo in altre direzioni.
I suoi progetti di colonizzazione maggiormente ambiziosi furono espressi nel 1904, quando presentò al Consiglio d'emigrazione una proposta ad ampio raggio che non venne vista di buon occhio dalla dirigenza societaria.7) In quella occasione egli ipotizzava che l'emigrante italiano, opportunamente sostenuto dall'intervento istituzionale, avrebbe potuto spingersi ben oltre le regioni meta tradizionale dell'esodo dal nostro paese (Argentina, Tripolitania e Cirenaica) e prendere in considerazione anche regioni quali Brasile, Uruguay, Bolivia, Perù, Venezuela, e anche Texas, Congo e in generale tutti i paesi ove la popolazione non e[ra] in relazione con la capacità delle sussistenze. Non si può negare che il futuro sindaco della capitale pensasse in grande non dimenticando neppure di stendere un progetto di fattibilità finanziaria. La realizzazione del programma era infatti affidata ad un ente amministrativo che avrebbe dovuto funzionare da Società nazionale di colonizzazione e, attraverso l'emissione di' azioni a quota fissa di interesse, avrebbe reperito i capitali per permettere l'impianto di piccoli proprietari italiani di terreni coltivati in ogni zona possibile. Tutto il mondo disoccupato gli stende le braccia, concludeva trionfante.8)
Nathan aveva insomma elaborato modalità tecnicamente concrete per utilizzare come una via italiana all'espansione e all'esportazione
<9 E interessante osservare che in queste teorizzazioni egli si trovava pressoché iso-Iato all'interno della Dante Alighieri. Solo Pasquale Villari si era mostrato inizialmente affascinato dall'idea di una via italiana all'espansione che apportasse presagio e vantaggi materiali alla nazione, ma poi aveva finito per concentrarsi sugli aspetti culturali e social-umanitari della questione emigrazione. Su questo cfr. B. PISA, Pasquale Villari e la Dante Alighieri: considerazioni su sette anni di mandato presidenziale, in Storia contemporanea, giugno 1992, n. 3, pp. 427-465.
7) Il vice presidente San mi marci li, vera eminenza grigia della Società, nonostante fosse stato con Nathan fra i fondatori dell'Istituto Coloniale italiano, non apprezzò affatto il progetto del 1904 e anzi mostrò (privatamente) grande irritazione nei confronti di questo. Convintissimo sostenitore della possibilità per gli italiani di espandersi esclusivamente in Argentina ed Uruguay, giudicò l'intervento del suo più noto collega, evidentemente non coincidente con le proposte da lui stesso elaborate, del tutto velleitario e quindi assolutamente inopportuno. Dopo aver sottolineato che l'unico campo che ancora rimaneva alla emigrazione italiana rimaneva l'America meridionale, notava con disappunto: Ma temo che si concluda poco o nulla, anche perché il Nathan ha pestato le uova nel paniere colle sue proposte di grandiosa speculazione . Lettera a Villari del 19 aprile, senza anno [probabilmente 1904], BAV, CV, b. 43, ff. 211-212.
*9 E. NATHAN, Dì un disegno di colonistfamento, in Nuova Antologia, 1 aprile 1904, p. 537.