Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia. Secoli XIX-XX
anno <1997>   pagina <23>
immagine non disponibile

E. Nathan e la politica nazionale 23
mondo. Perché, sottolineava di nuovo, questi italiani poveri, indifesi, igna­ri, spesso costretti ai lavori più umili, sapevano farsi valere e stimare, rap­presentando in complesso la nostra capacità di espansione, le nostre at­titudini.14
Poi riproponeva la questione delle spese militar interesse collettivo, a cui l'interesse individuale contro cuore si sacrifica : esse a suo parere facevano capo alle necessità di difesa, che non si sarebbero potute elimi­nare finché gli uomini non avessero abbandonato i loro istinti predatori.15)
E a tali istinti occorreva certo allinearsi o comunque fare fronte an­che e soprattutto nei riguardi delle conquiste coloniali. Qui il tono usato è di grande rimpianto per il ritardo con cui il paese procedette ad appro­priarsi della fetta di territori occupabili che gli spettava, dovendosi poi ac­contentare, di ritagli , di scampoli , lasciati da chi si era già servito a dovere. Il suo cruccio maggiore sembrava in particolare rivolto a quella che definiva la incongruenza della politica italiana: la scelta di rifiutare la conquista di territori fiorenti per poi essere costretti a correre all'ultimo momento, trafelati , in Abissinia, la regione più sterile e difficile, abban­donata dagli inglesi perché arida ed inospitale.
Tuttavia, poiché tale era la situazione, occorreva a suo parere accon­tentarsi e fare il migliore uso possibile di tale scampolo , nell'interesse del paese e delle razze semi-barbare che vi dimora[va]no . Da bravo arnministratore quale era egli procedeva quindi ad un calcolo di spese e ricavi, concludendo che per il momento il saldo era largamente negativo, che molto bisognava fare per ridurre le spese ed incrementare gli scambi commerciali, ma che, tutto sommato, tutto quanto fu speso in quelle re­gioni sarebbe stato giovevole al paese se fosse riuscito a convincerlo che le espansioni coloniali vanno meditate e preparate di lunga mano, e che vai meglio una presa di possesso industriale e commerciale che una occu­pazione militare, quando l'ultima delle circostanze non s'imponga imperati­vamente.19
La militanza nella Dante Alighieri
Al di là della immagine di moderatezza che la Dante Alighieri si stu­diava di offrire di sé (e probabilmente proprio grazie a questa) la dirigenza
l4ì Cfr, Cent'anni di vita italiana cit, p. 206 e sgg*
5> hi, p. 315.
,6) Ivi, p. 342 e sgg. E opportuno ricordare che negli anni di fine secolo egli coin­volse sia il fratello Beniamino, ingegnere minerario in Inghilterra, sia il figlio Goffredo, anch'cgli esperto minerario, nei progetto di ricerca e sfruttamento industriale di quarzo aurifero in Eritrea. Cfr A AQUARONE, La ricerca ài una politica coloniale dopo Adua. Spe­rante e delusioni fra politica ed economìa, in Opinion publique et politique extérieure 1870-1915, voi I, Milano, 1981, p. 309.