Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storia. Secoli XIX-XX
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1997
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Beatrice Pisa
riuscì a sviluppare una intensa attività nelle terre definite irredente, condotta essenzialmente attraverso il rapporto fiduciario con una serie di organizzatori attivi sul posto. Erano questi a rendere note le complesse realtà che si vivevano sul territorio, loro a ideare e suggerire le iniziative maggiormente opportune e realizzabili che la Società finanziava.17) Si trattava di una metodologia innovativa rispetto al vecchio irredentismo di stampo ottocentesco (più propenso alle tirate retoriche che alle realizzazioni concrete) risultato delle scelte di un piccolo ma agguerrito manipolo di personaggi che già dagli anni di fine secolo avevano rivolto lo sguardo al Trentino, al sud Tirolo, e alle cosiddette regioni orientali: la Venezia Giulia e la Dalmazia.
Era in particolare in queste regioni, ove la lotta era più ambiziosa e aggressiva e si connetteva ad evidenti interessi strategici in Adriatico, nonché a possibili progetti di penetrazione economica nei Balcani, che si concentrava l'interesse societario. Nel Trentino il tipo di intervento era mag-.giormente sotterraneo, meno incisivo, in non piccola parte da costruirsi puntando sulle inclinazioni religiose della popolazione. Era questa una delle ragioni che spingeva Nathan, per altro collegato saldamente all'irredentismo giuliano dalla fraternità massonica e dalla ben nota 18> affettuosa amicizia che lo legava al capo del partito italiano a Trieste, Felice Venezian, a concentrarsi essenzialmente sui problemi delle cosiddette regioni orientali.
Le dense relazioni che il triestino inviava ai componenti della presidenza, ma soprattutto a Nathan, ebbero certo ruolo fondamentale non solo nell'orientare le iniziative di chi manovrava da Roma, ma anche nel creare una atmosfera di emotiva partecipazione alle avventure e disavventure della comunità italiana sul posto.19)
Le lettere di Felice Venezian dimostrano quanto egli puntasse su Nathan come sostegno della lotta nazionale a Trieste e di quale popolarità
,7> Lo stato maggiore della Società raccoglieva fondi innanzitutto attraverso la sua rete di comitati locali sparsi in tutto il paese (quelli all'estero avevano il diritto di spendere autonomamente le proprie risorse) e poi attraverso una serie di iniziative diverse. Frequenti le oblazioni di Società patriottiche e quelle (ovviamente segrete) di singoli sottoscrittori a volte assai in vista, quali Càspi o Giolitti. Su questo, e in generale sulle vicende del sodalizio, rimando a B. PISA, Nasone e politica cit, p, 261 e sgg.; P. SA LV ETTI, Immagina na-sjonale cit., pp. 38-39.
l*) Ne parla diffusamente A. LEVI, Ricordi del tempo e della vita di Ernesto Nathan, Firenze. 1945.
19 Fra le lettere che più minutamente descrivevano le tensioni, le difficoltà, le umiliazioni dell'impegno italiano a Trieste è quella inviata da Venezian a Villari il 30 ottobre 1898, BAV, CV 49, rX 231-233.