Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storia. Secoli XIX-XX
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1997
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Beatrice Pisa
rale un'opera di sensibilizzazione rivolta all'opinione pubblica e al governo.24)
H nemico contro cui lottare in tutte le regioni orientali erano gli slavi piuttosto che gli austriaci. Particolarmente drammatico era questo contrasto in Dalmazia, ove gli abitanti di etnia italiana costituivano solo piccoli nuclei sparsi su'e corte,- tradizionalmente in posizione egemone rispetto alla compatta massa di popolazione slava abitante all'interno, ma negli anni di fine secolo esposti al pericolo di perdere tale egemonia e quindi di essere ricacciati dalla massa slava che premeva alle loto spalle. Ghiglianovich domandava quindi l'impegno di personalità influenti appartenenti al sodalizio per guadagnare alla causa dalmata Nicola di Montenegro, cui la frazione serba, già alleata con gli italiani di Dalmazia, e ora con i Croati, era devotissima.25) Anche secondo Venezian sarebbe stato possibile giungere al controllo dell'Adriatico grazie ai buoni uffici di Nicola di Montenegro ed estendendo l'influenza in Albania. Tale progetto a suo parere ricalcava quanto avfa ' teorizzato Mazzini quando aveva parlato di alleanza con gli slavi meridionali come anello tra noi, gli Slavi del centro e quelli del Nord a garanzia dei nostri confini naturali ed influenza politica ed economica nell'Europa del domani .29
H triestino, tuttavia, aveva un rapporto contraddittorio con i problemi del Litorale: da una parte si rallegrava dell'esistenza di un movimento italiano nella zona,27) e anzi meditava di egemonizzarlo, dall'altra temeva che
*fl Nel 1898 Venezian scriveva all'amico annunciandogli l'invio di una memoria sull'Albania redatta da Ghiglianovich che conteneva cose, scriveva il triestino, che ai nostri governanti di Roma riusciranno nuove. Sottolineava quindi la necessità che l'amico si facesse parte attiva perché di tale informazioni si facesse tesoro, e aggiungeva: E bisogna tu faccia il miracolo di persuadere quella gente con tutti i mezzi di cui disponi che l'Italia deve prepararsi alla eventualità di una successione austriaca imbrogliata . Annunciava poi l'invio di una piccola relazione sulla situazione ungherese sulla base delle impressioni di un certo Guido, probabilmente D'Angeli. Testimoniava inoltre di uno scambio di opinioni con il ministro delle ìnanze montenegrino che aveva evidenziato le inclinazioni politiche di quel paese, notando che nella eventualità di disordini interni conseguenti alla morte dell'imperatore asburgico ..''alleanza sarebbe stata rotta, ma l'Italia si sarebbe trovata impreparata: e la migliore, la sola occasione verrà perduta di guadagnare i confini naturali e l'influenza nell'Adriatico . pfr. lettera di Venezian a Nathan del 24 novembre 1898, ASDA, fase 1898, B 34. La lettera è stata pubblicata in precedenza in R. U. MONTINI, Lettere inedite di Felice Venerati e dì Roberto Ghiglianovich sulla difesa della italianità giuliana e dalmata, in Rassegna storica del Risorgimento, luglio-dicembre 1951, p. 509.
25) Cfr. lettera dell'I 1 agosto 1897, ASDA, fase 1897, B 16.
É Lettera a Nathan del 24 novembre 1898, ASDA, fase. 1898, B 34.
??J Ai primi del 1900 inviava a Nathan una lettera di Salvi, uno dei capi del partito italiano nella regione dalmata, osservando: Pare a me che quegli infelici dalmati, abbandonati da tutti (noi purtroppo compresi) e che fanno da sé soli dei veri miracoli, meritino almeno un po' di riguardo, in A. LEVI, op. cit., p. 174.