Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia. Secoli XIX-XX
anno <1997>   pagina <28>
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28 Beatrice Pisa
possibili accordi fra le nazionalità oppresse dall'impero e incaricò il fidu­ciario sul luogo di studiare l'eventualità di accordi fra italiani e croati.33) E l'idea- era assai acuta se si considera che tutta la politica del movimento italiano in Dalmazia aveva significato una serie di contatti esclusivamente con l'elemento serbo e anzi si era concentrata sullo sforzo di impedire l'accordo fra questo e i croati. Le carte dell'archivio della Dante Alighieri dimostrano inoltre che egli restò a lungo punto di riferimento fondamen­tale per le vicende riestine come per quelle dalmatiche.34)
Nonostante ciò egli stentò a farsi un'idea precisa circa un possibile intervento italiano sul Litorale. Ancora nel 1906 il futuro sindaco della ca­pitale scrisse: Non capisco nulla in Dalmazia né di quello che succede in Austria-Ungheria, mi pare che obbietta di ognuno sia semplicemente di, per parlare con Giusti, buggerare il prossimo e non capisco come andrà a finire l'imbroglio. E poi ancora: Noi non possiamo che aiutare fino allo estremo limite dei nostri mezzi quei bravi Dalmati che si difendono eroi­camente contro forze tanto superiori.35)
Si tratta di posizioni che sarebbero maturate di E a qualche anno, in­sieme alla conferma del suo interesse per le conquiste in Africa mediterra­nea. I vaghi progetti che aveva espresso rispetto a una possibile coloniz­zazione italiana in Africa centrale non ebbero seguito, forse per venire incontro alle posizioni degli amici adriatici i quali avevano mostrato di guardare con interesse alla costa tripolina,3 ma avevano definito le av-
33) A. LEVI, op. ri/., p. 191.
M) Con lettera del 27 marzo 1906, ad esempio, Ghiglianovich chiedeva che Nathan si facesse intermediario verso la presidenza per ottenere il saldo di una certa somma pat­tuita, indispensabile per risolvere una situazione difficilissima conducendo a termine ini­ziative di grande rilevanza in cui ci si era impegnati. ASDA, fase. 1906, A 7. Nel 1907 Nathan si attivò con il ministro della marina e con gli Ansaldo rispetto al paventato ac­quisto da parte del Norddeurscher Lloyd di Amburgo dell'arsenale dì Trieste del Lloyd Austriaco. Jitf, pp. 195-196.
Qualche accenno sul ruolo giocato da Nathan in zona triestina è ìn Appuntì per una storia della Massonerìa triestina. Conferenza pronunciata dall'Ili. Manlio Cecovini a Trieste, il 16 novembre 1975y in Rivista massonica, 1976, n. 1, p. 14. Secondo l'autore (che però omette di citare la fonte dell'informazione) quando di Rudinl decise di provvedere alle necessità dell'irredentismo triestino con un finanziamento governativo fisso, fu Nathan a fungere da tramite fra governo e movimento massonico-irredentista sul posto.
35) Lettera a Sanminatclli del 30 agosto 1916, ASDA, fase 1906, A 16.
* Erano le posizioni che il fondatore del sodalizio Giacomo Venczian aveva espres­so nel suo Le sperante d'Italia, uscito anonimo nel 1885, ora ìn Opere giuridiche di Giaco­mo Veneqiau, voi ITI, Roma, 1925, pp. 375-420. In seguito fu Felice Venczian a dichiarar­si d'accordo sulla necessità di non dimenticare Tripoli Cfr. lettera di Venczian a Nathan del 25 novembre 1898, ASDA, fase 1909, B 35, Donato Sanminiatelli, poi* vicepresidente del sodalizio per un ventennio, non solo predicava assai precocemente l'occupazione mili­tare dell'Albania e il controllo dell'Adriatico, ma invitava anche a non lasciarsi sfuggire quella parte dell'eredita turchesca che e a noi più vicina. Cfr. minuta di una lettera di