Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia. Secoli XIX-XX
anno <1997>   pagina <34>
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Beatrice Pisa
posizioni differenti,55) mentre all'interno delle logge si evidenziarono moke resistenze rispetto alle posizioni espansioniste.
Le posizioni irredentiste dell'anziano socio della Dante Alighieri, come si è visto, erano andate maturando negli anni in maniera piuttosto som­mersa all'interno di un progetto di affermazione nazionale, cui il crescere stesso della febbre espansionistica a livello intemazionale stava dando cor­po e vigore. Le vicende seguite all'attentato di Sarajevo avrebbero con­dotto a maturazione finale questa lunga preparazione.
H conflitto colse Nathan ancora impegnato nella incombenza ameri­cana che svolse con la consueta competenza,5) con lo scopo, come egli stesso dichiarò, di porre dinanzi agli occhi degli americani l'Italia assorta a grande potenza.57) Tornato nel paese, con lo stesso impeto con cui si
gione stessa e prima della [sua] sicurezza nazionale. Di Thompson v. Anche la Dalmazia del 21 novembre 1914, n. 47. Poiché tali articoli, che rivendicavano all'Italia la costa orientale dalmata, avevano provocato reazioni di dissenso pubblicate sul giornale (v. articoli di Gastone Menicanti e di Gennaro Mondaini) la redazione esprimeva chiaramente le sue posizioni con un articolo del 17 luglio 1915, n. 29, dal significativo titolo Nessuna rinun­ciai in cui si rivendicava l'incontrastato predominio adriatico. Da quel momento in poi, attraverso interventi vari, recensioni di libri o necrologi, la rivista non mancò di propagan­dare le sue posizioni. Fu ospitata anche qualche posizione maggiormente conciliante, es­senzialmente rivolta alla necessità di coltivare l'amicizia italo-scrba, e si permise ancora l'espressione di qualche posizione dissenziente, ma il giornale tenne ben ferma la sua posi­zione che si espresse in seguito con una serie di articoli ed interventi che qui risulta im­possibile menzionare. Fondamentale fu l'I 1 novembre 1916 la pubblicazione di uno studio di Alessandro Dudan, ha Dalmazia, Fiume ed altre terre irredente, che occupava tutto il nomerò e che fu ristampato in opuscolo e distribuito alle logge insieme alla circolare del grande Oriente del 18 novembre 1916. Cfr. Opuscolo prò Dalmazia, in "Rivista massonica:, 30 novembre 1916, n. 9, p. 289. I toni dello studio erano ovviamente quelli del più deciso annessionismo. Anche la circolare chiedeva che la Dalmazia fosse anche politicamente ricongiunta all'Italia.
55) Fra i componenti della dirigenza dell'Ordine il caso più macroscopico fu quello di Meoni, che nella seduta della giunta esecutiva del governo dell'Ordine del 16 gennaio 1919 si impegnò in quello che sì può definire un vero e proprio duello verbale con Nathan a proposito dei possibili progetti imperialisti governativi. Il verbale della seduta è ora riportato in G. PADULO, Contributo alla storia della massonerìa da Giolitti a Mussolini, in Annali dell'Istituto italiano per gli studi storici, n. 8 (1983-1984), pp. 219-347. In particolare va ricordato che A. A. Mola cita un lavoro di PAOLA ZANETTI, ha massoneria e l'impresa di Fiume (tesi di laurea presso la Facoltà di Lettere di Torino), di cui non ho potuto prendere visione, ove si afferma che palazzo Giustiniani non era unanime nella definizio­ne della questione dalmatica: ai fautori dell'annessione si sarebbero contrapposti proprio i "fratelli" piò autorevoli nel mondo finanziario-imprenditoriale (Pon tremoli, Bondi, Della Torre) contrari a deteriorare ì possibili buoni e redditizi rapporti con il nascente stato ju­goslavo, Cfr. A. A. MOLA, Storia della Massoneria cit, p. 399.
5Q Rispetto alla sua gestione del padiglione italiano alla mostra di San Francisco non mancarono tuttavia le polemiche, raccolte e fomentate da L'Idea Nazionale che aveva battezzato la questione Lo scandalo Nathan-Ferrari. Cfr. artìcoli del 17, 20, 21, 28 gen­naio 1915.
57) La conferenza di Emesto Nathan al teatro Costanti, in II Messaggero, 23 novem­bre 1914.