Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia. Secoli XIX-XX
anno <1997>   pagina <44>
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Beatrice Pisa
Sfumata questa possibilità egli non rinunciò a pressare Boselli rispetto ad una propria possìbile utilizzazione in zona di guerra, ancora per incari­chi di natura propagandistica.93)
Nell'estate seguente coglieva l'occasione del viaggio intrapreso per partecipare alla riunione massonica di rue Cadet per riproporsi per una azione da svolgersi nei centri operai della città di Londra. A tal fine inte­ressava l'ambasciatore Imperiali che si affrettava a contattare la presidenza del consiglio. Scriveva inoltre direttamente a Boselli per ribadire la neces­sità di una propaganda ben organizzata , in grado di informare francesi ed inglesi intorno all'opera compiuta, ai sacrifici sopportati dagli italiani.94) Rientrato dal suo viaggio in Europa che l'aveva portato nella capitale bri­tannica e in quella francese, ritornava ancora alla carica con Boselli per offrire la sua disponibilità. Avanzava quindi l'ipotesi di prestare servizio come commissario regio, in qualche paese o città scoperta come Gorizia, Monfalcone, Grado, ove la esperienza amministrativa e la fermezza di ca­rattere potrebbero giovare, a parte il pericolo personale che più di ogni altro non temo. Domandava inoltre di essere aggregato al Corpo Ameri­cano appena giunto, in qualità di intermediario fra questo e le autorità mi­litari italiane.9!
Il congresso di Parigi
Il 1917 si era annunziato come carico di tensioni: mentre le potenze centrali e lo stesso papa avanzavano più o meno credibili tentativi di pace, all'interno del paese e nell'esercito si diffondeva un profondo senso di stanchezza che si avvertiva con sempre maggiore evidenza. Nell'estate le correnti più accesamente interventiste avevano espresso grande insoddisfa­zione per la gestione governativa e avevano fatto temere iniziative sovver­sive e antimonarchiche. In autunno, la rotta di Caporetto avrebbe gettato il paese nella prostrazione aprendo poi una nuova fase del conflitto.
93) Cfr. lettera a Boselli del 7 novembre 1916, ACS, PCM, prop. g b. 41, fase. 113.
w) Cosi scrìveva a Boselli: E il metodo a mio avviso da adottare per chiarire molti malintesi atti ad intiepidire i rapporti amichevoli morali e materiali coi nostri alleati, alle chiacchiere seminate dai malevoli, opporre i fatti . Lettera da Londra del 3 luglio 1917, ACS, Are Boa., b. 3, sottofasc. 249.
95) In questa lettera, fra l'altro, scriveva: In vita ho una sola vera soddisfazione, quella del lavoro utile e definito; la maggiore amarezza oggi quella di rimanere a Roma od altrove ricoverare inoperoso, lontano dai fatti, frammezzo alle chiacchiere insulse e dissol­venti colle quali gli oziosi pari mici passano le ore. Ambirei essere utilizzato qui od altro­ve in opera utile ovvero ritornare al fronte ove le chiacchiere pigliano forma nelle carabine o nei cannoni. Cfr. lettera del 29 luglio 1917, ACS, PCM, prop. g-, b. 41, fase. 1.13*