Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia. Secoli XIX-XX
anno <1997>   pagina <47>
immagine non disponibile

E. Nathan e la politica nazionale , 47
prestigio di tutta la liberomuratoria intemazionale e per quello degli stessi componenti della delegazione italiana, Nathan in testa.
Non si può dar torto alla stampa avversa quando osservò che la de­legazione italiana era stata imbottigliata dall'azione congiunta della mas­soneria francese e serba. Facendosi convincere dalle tesi del nazionalismo slavo la prima aveva dato luogo ad una discussione tanto conflittuale da prendere di sorpresa gli italiani,102) ponendoli in una situazione assai critica e determinando un conflitto che si sarebbe rimarginato con difficoltà. Tutto ciò aveva chiaramente dimostrato che il principio di nazionalità ot­tocentesco aveva fatto il suo tempo anche in ambienti che si richiamavano al pensiero del grande genovese. Le concorrenzialità nazionali avevano aperto vistose crepe nella solidarietà massonica evidenziando in particolare che le progettualità dei serbi si trovavano in rotta di collisione con quelle italiane, che il loro impeto nazionale avrebbe sì prodotto la distruzione dell'impero (come aveva profetizzato Mazzini), ma che essi erano ben lontani dal voler sostituire la potenza asburgica con quella italiana. D'altra parte le vicende parigine preparavano un'altra significativa evoluzione, quella dell'ex sindaco della capitale che, pressato dalle necessità dei tempi, adeguava il principio di nazionalità privandolo del suo elemento più signi­ficativo, rautodeterminazione dei popoli.
La frase finale su cui alla fine del convegno ci si mise d'accordo co­stituiva in realtà un capolavoro di mediazione politica che sarebbe riuscito momentaneamente a contenere le istanze centrifughe dei vari gruppi se non avesse ceduto la consegna del silenzio massonico e se sull'episodio non si fossero gettati voracemente i giornali di parte clericale. Tuttavia, quella stessa frase, che richiamava al diritto dei popoli di ricostituire tutte le nazionalità oppresse o infrante tenendo conto di tutti gli elementi che compongono la coscienza nazionale,103) già offriva il modo di dare citta­dinanza a quell'aggiornamento del principio di nazionalità che Nathan avrebbe espresso chiaramente poco dopo.
In un articolo su Rivista massonica egli spiegava: È dessa [nazionalità] il voto di una maggioranza dimorante in una determinata estensione del territorio che vale a costituirla in nazione come infruttuo­samente tentò di affermare il delegato serbo al Congresso Massonico di Parigi il plebiscito, la legge brutale del numero, sovrana e prevalente,
l2) Nella circolare di spiegazione che emise dopo l'episodio il G. M. Ferrari scrìveva che se dopo che ebbero combattuta e vinta la condizione plebiscitaria egli reputò di non insistete perché sì mettesse a punto la questione delle rivendicazioni nelle terre irredente fu per altìssimi interessi nazionali che sul momento qui non occorre specificare, dove è evidente l'allusione all'intransigenza delle richieste nazionali slave. Cfr. Circolare n. 54 del 14 luglio 1917, in Rivista massonica, 31 agosto 1917, pp. 223-227.
103) Circolare n. 54 del 14 luglio 1917 firmata Ettore Ferrari, ivi, p< 225.