Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia. Secoli XIX-XX
anno <1997>   pagina <51>
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E. Nathan e la politica nazionale
aprì le sue colonne a posizioni di deciso sostegno alla conferenza di Roma e all'amicizia italo-slava.112)
In realtà gli accordi Torre-Trumbich si basavano su margini eccessi­vamente ristretti, fondandosi più sul non detto che sul dichiarato e racco­gliendo fra le forze politiche essenzialmente astensioni più che veri e pro­pri consensi Tuttavia l'intervento americano in guerra e il diffondersi dei principi wilsoniani, il patto di Corni, il generale risveglio delle nazionalità soggette all'impero austriaco e infine, a completare la situazione, la disfatta di Caporetto, consigliavano di porre il silenziatore al rivendicazionismo na­zionalista, accettando una specie di tregua nella battaglia. Inoltre, il conve­gno di Roma si basava sul fondamentale equivoco della rinuncia a discu­tere per il momento di confini fra gli Stati, che dai democratici potè esse­re interpretata come un implicito rimando al diritto dei popoli di deci­dere la propria sorte 113) e dall'ala annessionista come la tacita conferma della indiscutibilità del patto di Londra. In questo equivoco furono coin­volti anche molti fratelli che, in nome della necessità di compattare il fronte antiaustriaco videro di buon occhio l'iniziativa o comunque non vi si opposero.
Poche settimane prima dell'incontro il G. M. prendeva atto della nuova atmosfera politica che si era diffusa nel paese nonché della neces­sità di sopire le tensioni che si erano evidenziate all'interno della associa­zione liberomuratoria e diffondeva una circolare che, pur non omettendo di sottolineare le dovute rivendicazioni italiane, il dovere di non abban­donare i fratelli asserviti e quello di non rinunciare ai confini atti alla difesa nazionale, era evidente espressione delle nuove necessità concilia­tive.114) Ma si trattava di una mossa puramente tattica, come dimostra la
di età, forse per le maggiori preoccupazioni di una lunga attesa, della lunga esperienza contrapposte alla più veloce circolazione del sangue e l'impazienza di moto di più rapidi e più azzardati risultati. È un divario, non è un male. Sulle vicende del giornale che mirò a raccogliere tutto il fronte interventista lasciando ampio spazio alle correnti nazionaliste v. R. DE FELICE, op cìt.y p. 339 e sgg. Sulle diffidenze espresse in età liberale dalla quasi totalità dello stato maggiore della Dante Alighieri verso il movimento nazionalista rimando a B. PISA, Nazione e politica cit, p 294 e sgg.
M3) In verità non mancò chi inizialmente, se pure con toni maggiormente moderati, tenne a ribadire la sua fiducia e simpatia per Sonnino e per le posizioni annessioniste (v. GIULIO PROVENZA L, L'intesa socialista fra le nazionalità oppresse, 23 marzo 1918, n. 12) ma in seguito l'adesione al patto di Roma divenne totale ed entusiasta (v. l'articolo di spalla, senza firma, quindi della redazione, Austria delenda! Sotto gli auspici di Roma, 13 aprile 1918, n. 15; La Missione dell'Italia verso i popoli oppressi dell'Austria-Ungheria, di EDUARDO CIMBALI, 9 novembre 1918, n. 45). Si dette inoltre significativamente spazio a scritti di personaggi come Bcncs o Banjanin, membro del comitato jugoslavo.
"5 c. G. SALVEMINI, "Dal Patto di Londra alla Pace di Roma. Documenti della po­litica che non fu fatta, Torino, 1925.
,w> Informazioni, Circolare n. 66 del 28 marzo 1918, firmata Ernesto Nathan, in Ri­vista massonica, febbraio-marzo 1918, n. 23, p. 65. Osservava, fra l'altro, il suo autore: