Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia. Secoli XIX-XX
anno <1997>   pagina <56>
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Beatrice Pisa
mente opportuna e fors'anche più di quanto a Lei stesso possa parere: scusi il paradosso .12
A questo punto era il principio di na2Ìonalità a risultare particolar­mente ingombrante per chi, come Nathan, voleva sostenere fino all'ultimo il programma massimo italiano. Perché, come osservavano i dalmati e i triestini, guardare le cose da Trieste, da Fiume, da Zara, dal Litorale dove i piccoli nuclei italiani rischiavano ogni giorno di esse travolti dal minac­cioso contado slavo, divenuto dominatore per superiorità numerica,127) poneva una ben diversa prospettiva. Sbarazzarsi totalmente dell'idea della Società delle nazioni non era praticabile per l'antico mazziniano, ma era possibile (e in quel momento necessario) svuotare il progetto del suo ori­ginario contenuto. Il 16 gennaio, in una significativa riunione della giunta dell'Ordine che l'aveva visto in conflitto col fratello Meoni proprio sui temi dell'espansionismo e dell'imperialismo, egli notava: Conveniva in questo stato di fatto, o converrebbe indebolire i nostri negoziatori con rinunzie premature? No, quindi non possiamo non deplorare l'atteggia­mento di BissolatL D'accordo sulla Lega delle Nazioni, ma fra quali na­zioni? Che cosa sono i polacchi, i czechi, gli jugoslavi? Ad ogni modo noi abbiamo già riconosciuto in essi il carattere di nazioni ed è questa la parte teorica. Per la parte pratica, abbiamo già detto e ripetuto che non si deve rinunziare a nessuna delle giuste rivendicazioni nazionali: quindi non c'è da dire altro .12)
Questi stessi principi il supremo reggitore delle sorti liberomuratorie aveva ritenuto fondamentale far conoscere ai propri fratelli pochissimi giorni innanzi, in risposta, egli spiegò, alle richieste delle officine di esporre pubblicamente i concetti della Massoneria in merito alle rivendi­cazioni nazionali.129)
Lo scopo della circolare emessa in quella occasione era quello di chiarire come i vertici massonici fossero assolutamente dissenzienti verso le rinunzie di BissolatL130) In questo modo egli si esprimeva in perfetto
2 Lettera del 15 gennaio 1919, ACS, PCM, g. ei 19-14-3-5.
127) A. DUDAN, L'italianità in Dalmazia., in "Rassegna contemporanea, 10 agosto 1914, p. 385.
12 GOA, verbale della giunta esecutiva del governo dell'Ordine, del 16 gennaio
1919, ora in G. PADULO, op. dt., p. 260.
i) GOA, 386 seduta della giunta del governo dell'Ordine, 23 gennaio 1919.
139 V. la lettera di dimissioni da ministro del 28 dicembre 1918 e il famoso discor­so dell'I 1 gennaio 1919 alla Scala in L. BISSOI.ATI, La politica estera dell'Italia dal 1897 al
1920, Milano, 1923, p. 393 e sgg. Per una valutazione della rilevanza del discorso della Scala negli indirizzi delle correnti interventiste v. R. DE FELICE, op. cit., p. 485 e sgg.; A, Ri OSA, L 'interventismo democratico e la questione adriatica tra l'armistizio t la marcia su Fiume, in Storia e politica, ottobre-dicembre 1965, pp, 514-565.