Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia. Secoli XIX-XX
anno <1997>   pagina <58>
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Beatrice Pisa
soni che si trovassero in dissenso con il pensiero del G. M. Quest'ultimo rispose in senso affermativo,135) tuttavia è chiaro che con le sue posizioni stava operan lo *ana precisa scelta di campo e stava tentando di avviare tutta l'associazione in questa direzione. Lo dimostrò inequivocabilmente la circolare dell'I 1 gennaio che, lasciando da parte i toni indiretti con cui po­chi giorni prima aveva voluto prendere posizione contro Bissolati e le sue dimissioni dal governo in senso anti-sonniniano, nominava espressamente il politico socialista e invitava chiaramente i fratelli a stigmatizzarne le posizioni.136) Tutto ciò portò grosse tensioni fra le file massoniche, che culminarono in quello che è stato definito lo scisma bissolatiano:137) alcune officine milanesi, guidate da Luigi Resnati, verso la metà di febbraio si dissociarono dalle posizioni della dirigenza giustinianea e si costituirono come gruppo indipendente. Anche L'Idea Democratica, pur non giungendo mai a polemizzare con i vertici dell'Ordine, ai primi del 1919 maturò ed espresse ripetutamente posizioni di entusiastico apprezzamento per l'ideologia Lsoniana e per il progetto di costituzione della Società delle nazioni.138)
Nonostante ciò, non si può negare che la politica dell'ex sindaco rac­colse vasti consensi all'interno della giunta dell'Ordine. Vanno segnalati solo sporadici tentativi di resistenza. H 1 febbraio, quando si discusse deJa dissidenza milanese, Jacchia e il G. M. aggiunto ritennero di solida­rizzare con il G. M. e di riconfermare le giuste rivendicazioni italiane sull'Alto Adige, su Fiume e sulle sponde occidentali dell'Adriatico.139) In aprile, tuttavia, di fronte alla crisi delle trattative di Parigi che portò al riti­ro della delegazione italiana, il fratello Lerda si oppose alla proposta del G. M. di porsi immediatamente in contatto con il ministro Colosimo per stabilire il comportamento che avrebbe dovuto tenere la massoneria, commentando che una tale mossa l'avrebbe interamente allineata alle posi-
,39 Ibidem. 7m
136) Rivista massonica, gennaio-febbraio 1919, n. 1-2, pp. 6-7.
,37) Su questo tema rimando senz'altro all'acuto e documentarissimo lavoro di G. Padulo in questa sede più volte citato, p. 253 e sgg.
138) ul finire del 1918 due articoli di Caggcsc e di Provenzal segnalavano la persi­stenza nella rivista di una corrente dalmatìsta, cui era stato messo il silenziatore in rap­porto al convegno di Roma delle nazionalità oppresse, ma che non aveva certo cessato di esistere. Con l'inizio dell'anno seguente però apparvero nettamente prevalenti le posizioni prò wilsoniane: cfr. MARIA Di BORIO, Woodrow Wilson, 4 gennaio 1919, n. 1 e Ci sarem­mo illusi (stralcio di un articolo pubblicato su Volontà}, 25 gennaio 1918, n. 4. Non man­carono neppure espressioni a sostegno di Bissolati nella sua contesa con Sonnino. Le posi­zioni dell'ex ministro non erano viste come rinunciatarie, bensì come capaci di vincere lo scetticismo eh? si andava gettando in Italia sui principi wilsoniani (V. MACOUNI, La nazione armata e la libertà dei mari, 11 gennaio 1919, n. 2).
8J GOA, governo dell'Ordine, seduta del 1 febbraio 1919.