Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia. Secoli XIX-XX
anno <1997>   pagina <65>
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. E. Nathan e la politica nazionale
modalità con cui l'ex sindaco espresse la distanza crescente fra il suo pro­getto politico e quello del leader socialista autorizzano a domandarsi se l'acceso rivendicazionismo adriatico del primo consenta di considerarlo all'interno di quella corrente che comunemente viene definita interventi­smo democratico.
Nel tentare di offrire qualche spiegazione di questo itinerario politico, a prescindere dalle considerazioni più generali che fanno capo alla diffi­coltà di sottrarsi all'atmosfera politica di imperialismo galoppante che ca­ratterizzò tutta un'epoca, a quel diffuso vago imperialismo che segnò il tramonto della tradizione democratico-risorgimentale e che culminò con la retorica della vittoria mutilata, è opportuno evidenziare innanzitutto la valenza della sua militanza all'interno della Dante Alighieri, ove sperimentò stretti contatti politici ed amicali con i maggiori rappresentanti dell'ir­redentismo giuliano e dalmata. In questo senso la vicenda di Nathan per­mette considerazioni interessanti rispetto ad un possibile bilancio sul ruolo giocato dalle correnti irredentiste in età liberale all'interno della massoneria e in generale nel paese.
Gli anni del conflitto appaiono centrali rispetto ad una evoluzione personale che sollecita approfondimenti sui profili politici delle correnti interventiste democratiche, sull'ipotesi di una debolezza sostanziale delle loro premesse ideologiche159) e della loro scarsa tenuta nel corso del conflitto, già rilevata specie in rapporto allo strutturarsi delle posizioni ri­spetto alla politica interna.160) Non pare fuori luogo infatti stabilire un pa­rallelo fra le due sfere di intervento, nel senso di evidenziare un preciso rapporto fra l'acuirsi della invettiva contro i pacifisti contenute nelle posi­zioni dell'ex sindaco della capitale e l'esprimersi del più deciso programma annessionistico adriatico, per evidenziare come la definizione stessa dell'interventismo espresso dal mazziniano figlio di Sarina vide significativi adattamenti alle tesi oltranziste sia rispetto ai temi della politica interna che a quelli della politica estera.
Di grande interesse, infine, la sua vicenda considerata in rapporto alle premesse risorgimentali e mazziniane, come esito estremo di una conce-
,5?> Così esordisce Alatri nel suo "L'interventismo e la guerra, in Storia della società italiana, ha disgregatone dello stato liberale, voi. 21, Milano, 1982, p. 13: Nessuno studio­so serio nega più, ormaj, che l'intervento dell'Italia nella prima guerra mondiale sìa stato sostanzialmente determinato da forze sociali e politiche che si iscrivevano nel clima e nelle motivazioni dell'imperialismo,
i9 Cfr. R. DE FELICE, op. ci/., e GIOVANNA PROCACCI, Gli interventisti di sinistra cit Osserva fra l'altro questa ultima che dal parossismo antisocialista e dalle richieste di repressione del dissenso non si sottrassero neppure gli intellettuali democratici e che, quindi, nel 1917 si produsse una fusione tra le varie anime dell'interventismo, almeno per quanto riguarda, la politica interna, p. 51.
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