Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia. Secolo XIX
anno <1997>   pagina <149>
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Ario dante Fabretti politico
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princìpi fondamentali: la Repubblica, la nazionalità e la decadenza del po­tere temporale del Papa.
Quel giorno stesso egli scrisse al padre: Vado orgoglioso di aver firmato quel grande decreto. Abbiamo innalzato un gran pezzo di marmo; ora io scolpiremo, se ci dan tempo i nemici, se le popolazioni ci assecon­dano. Le popolazioni assecondarono, ma i nemici esterni furono più forti ed ebbero il sopravvento sulla Repubblica. Una Repubblica che era stata fondata, scrisse sempre Fabretti, dagli uomini dello Stato e non dalle in­fluenze morali degli stranieri.8)
Era questa un'affermazione di chiara impostazione mazziniana. E Mazzini in persona, prima di giungere a Roma, seguiva e consigliava l'azione di Fabretti, come si ricava da quanto gli scriveva il 23 febbraio, da Firenze, Scipione Pistrucci, capo del movimento mazziniano in Umbria: Mazzini verrà presto e ti saluta e t'esorta perché ti opponga all'idea della Costituente limitata a Roma; occorreva infatti mirare, per Mazzini, ad una Repubblica unitaria, per opporsi al morbo federalista che solletica la va­nità di tutte le mezze intelligenze che sono e vogliono restare al potere.9)
Intanto Fabretti scambiava una fitta corrispondenza con Perugia e le sue lettere, come si sa, venivano addirittura lette in piazza, per informare i perugini sugli avvenimenti romani. Da Perugia, a partire soprattutto dal mese di maggio, cominciarono a giungergli sempre più pressanti richieste di armi e di rinforzi. A metà giugno Vecchi lo informava di un progetto di Tiberio Berardi per la formazione di un Corpo di riserva repubblicano forte di 12.000 uomini con depositi a Perugia, Todi, Terni e Nami, che si doveva spingere in Toscana e poi in Lombardia per rianimare la rivolu­zione.10) Ma, otto giorni dopo, gli comunicava che gli austriaci erano già arrivati al Bosco e a Foligno.
Dopo la caduta della Repubblica romana, Fabretti, non potendo rientrare a Perugia, riparò a Firenze. Mazzini, nel frattempo, aveva creato l'Associazione Nazionale, per trovare armi e reclutare giovani patrioti. Fa­bretti mantenne i contatti con questa associazione, come attestano alcune circolari, a firma dello stesso Mazzini, conservate tra le sue carte. E man­tenne anche i contatti personali con l'esule genovese, come documenta una bella lettera di quest'ultimo, scritta da Londra il 6 agosto 1850, nella quale chiedeva informazioni sui giovani perugini che aveva incontrato a Roma l'anno precedente e forniva notizie a Fabretti, che gliele aveva chie­ste, sulla realtà sociale e politica dell'Inghilterra.11)
> Cfe G. COTONI ORSINI, op. dt. p. 27.
*> Jvit pp. 39-41.
m Ivi, pp. 59-60.
) U si veda in G.B. FUUOSQ3, Da Masgìm a Bissa/ali, leni!C, 1988, pp. 21-22