Rassegna storica del Risorgimento

Toscana. Storia. Secolo XIX
anno <1997>   pagina <342>
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Antonio Chiavistelli
poiché in Toscana [...] non [esisteva] rivalità 17) tra le classi diverse dei cittadini.18) Proprio per questo, in Toscana meglio che altrove un solo partito [esisteva], un solo [era] possibile [...] il Partito Italiano [...] che [scriveva] nelle sue bandiere Nazionalità e Riforme ... [e] non [consentiva] divisioni stabili e durature a.19 L'immagine di concordia sociale che emerge già da queste poche parole, è certamente dovuta in buona parte allo spirito verosimilmente propagandistico della pubblicazione di Galeotti, e, infatti, proprio dalla prima metà del 1847 vennero avanzate alle varie autorità le prime richieste che riguardavano un sostanziale riordinamento istituzionale. A queste, tuttavia, il governo, come già era accaduto in precedenza, rispon­deva con molte promesse e poche misure tangibili, la cui lentezza e superfi­cialità, peraltro, ne rendevano del tutto inappropriata l'attuazione, non solo rispetto alle timide richieste dei notabili, ma anche e soprattutto, come vedremo meglio più avanti, rispetto alle mutate condizioni politiche matu­rate nella maggior parte degli Stati della penisola.
Inoltre, proprio per quella promiscuità che caratterizzava gli ambienti di corte e le classi medio alte della società toscana, non era poi facile distin­guere quali fossero le reali intenzioni del governo e quali invece le false promesse. A questo proposito, risultano interessanti le informazioni che d dà Giusti circa i progetti del governo proprio in questo periodo. Il poeta toscano, infatti, precisando che aveva saputo tutto da una di quelle trombe di dicastero, che a malapena si bisbiglia qualcosa di nuovo su in palazzo corrono per rutti buchi della città a dirlo a tutti nella massima segretezza,20) annotava che a corte volevano prima di tutto riformare la legge municipale e rendere ai comuni le loro libertà, ridotte quasi a nulla [...] poi volevano spuntare le unghie alla pulizia e strigare alquanto quella rete birresca che c'impigliava tutti da capo a piede ;21) così che, rialzato il municipio e abbassato il bargello, dicevano di voler pensare alla Guardia civica ... [e] all'ultimo volevano riformare gli uffici, diminuire il numero dei pubblici funzionari e far punto colla cuccagna delle pensioni delle gratificazioni, dei sussidi buttati là colla pala.22) Giusti commentava infine che tale program­ma non era tutto, ma era assai per gente inchiodata alle cose trovate ... [e
17} A questo proposito, sembra quindi imprecisa l'affermazione per la quale fl. movi­mento liberale toscano ÌLI [...] tipica espressione della borghesia intellettuale italiana del tempo, come classe strutturalmente contrapposta all'aristocrazia dominante. Cfr. PIETRO PÀQIINI, Patti e figure del Risorgimento nazionale, in Bollettino storico pistoiese, 1961, n. 2, p. 166.
Ifi5 L. GALEOTTI, Osservazioni sullo Stato della Toscana nel settembri 1847 cit, p. 7.
> Ibidem.
ty G. GIUSTI, Memorie inedite cit, p. 90
W Ibidem.
> Ivi, p. 91.