Rassegna storica del Risorgimento
Toscana. Storia. Secolo XIX
anno
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1997
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pagina
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347
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Toscana costituzionale; la gestazione dello Statuto del 1848
Giustizia e Grazia assunse il nome ufficiale di Reale Consulta di Stato,41) con limitati compiti consultivi.4
Anche in questo caso, la riforma si rivelava una delusione43) per coloro che avevano sperato negli effetti di un costruttivo dialogo con gli ambienti governativi. Leopoldo Galeotti stesso, che molto si era dedicato allo studio di un simile istituto, proponendone anche un rispettoso e moderato 45) progetto di riforma, fu completamente trascurato.
Pareva abbandonata pure l'idea di ancorare la rappresentanza nazionale alle varie assemblee municipali.4**) Gino Capponi stesso, a tal proposito
41) Tale riforma della Consulta di Stato, descritta da Corsini, come l'ultima possibilità a disposizione del governo per pacificare gli animi si rivelò una grossa delusione per i riformisti dato che, ad eccezione del marchese Gino Capponi, affatto indipendente, tutti gji altri membri della nuova Consulta di Stato [,..] erano presi nella classe addetta alla corte, o in quella degli Impiegati. Cfr. lettera esplicativa del Marchese Neri Corsini, in A. Zaffi, op. cit., p. 129. Inoltre, la partecipazione alla sezione straordinaria della nuova Consulta del marchese Gino Capponi, fortemente voluta dal ministro Baldasseroni, rappresentava anche un ostacolo alla protesta che invece gli altri riformisti mobilitati volevano muovere contro tale istituzione. Cfr.. tra gli altri R.P. COPRINI, op. cit., p. 356.
42) Per un quadro completo su questo riforma, sì veda FRANCESCO DE FEO (a cura di), Affi della Reale Consulta di Stato del granducato di Toscana, settembre 1847-aprik 1848, Milano, Giufrrè, 1967.
43) Il modello di monarchia amministrativa proposto dagli ambienti di corte appariva ormai insufficiente ad appagare la volontà di partecipare, da parte della classe borghese che aspirava almeno alla realizzazione del modello di Monarchia consultiva, con Consigli e Consulte dotati di poteri consultivi anche vincolanti Cfr. CARLO GHTSALBERTI, Storia costituzionale dltatia 1848-1948, Roma-Bari, Laterza, 1981, pp. 9-41; ed anche: ED., Dall'antico regime al 1848. Le origini costituzionali dell'Italia moderna, Roma-Bari, Laterza, 1974.
**) Si veda a questo proposito: L. GALEOTTI, Della Consulta di Stato, Firenze, Cellini, 1847.
*5) Nel disegno di Galeotti, La Consulto [doveva] essere una istituzione governativa, intermedia tra il Principe, supremo legislatore, ed il ministero supremo esecutore, diretto a garantire ai Toscani una legislazione sapiente, un'amministrazione fedele ed un governo regolare [...] governativa perché la nomina [doveva] essere riservato al Principe, intermedia perché indipendente dal potere esecutivo e dai funzionari), con la precisazione che colla Consulta di Stato [doveva] sparire l'arbitrato, [e doveva] inaugurarsi l'era della legalità. Cfr. imt pp. 24-26. Occorre nondimeno notare che, il progetto di riforma proposto da Leopoldo Galeotti, trovava completamento e senso compiuto, se collegato al progetto sempre da lui elaborato, relativo alla riforma dei municipi. Solo cosi infatti Galeotti vedeva tutti i settori della società toscana serviti da istituzioni conformi ai nuovi tempi A conferma di ciò, Galeotti stesso precisava: se la Consulto di Stato devesi considerare come fondamento del Governo, la Riforma municipale devesi considerare come riordinamento del paese ... [e] assumere il municipio come pietra angolare delle riforme vuol dire ... [realizzare] quell'ordinamento che riavvicina la composizione degli Stati all'ordine naturale. Cfr. L. GALEOTTI, Della Riforma Municipale. Pensieri e proposte di L* Galeotti, Firenze, Gabinetto Scientifico Letterario, 1847, pp. 1, 7.
*Q Significativo a questo riguardo risultava il contributo offerto da Leopoldo Galeotti, il quale proponeva che i consigli comunali elettivi su base censurale e di capacità, eleggessero fuori del proprio seno i deputati della rappresentanza compartimentale o provinciale cosi