Rassegna storica del Risorgimento

Toscana. Storia. Secolo XIX
anno <1997>   pagina <350>
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Antonio Chiavistelli
tale immobilità derivano tutti ioiali che affliggono la Toscana .ss9 La costi­tuzione diveniva perciò, rapidamente, argomento centrale delle varie disser­tazioni politiche, impegnate e non, e veniva ora richiesta da quasi tutte le fazioni.
A questo proposito, occorre ricordare che molto eterogenei erano i sentimenti e le aspettative verso la costituzione maturati all'interno della parte più avvertita della popolazione; infatti, accanto a chi era sinceramente convinto che essa avrebbe dovuto essere l'inizio di una profonda trasfor­mazione delle istituzioni in senso sempre più liberale, troviamo la maggior parte dei notabili che nella costituzione vedevano restremo tentativo di arginare un movimento che, per la forte componente popolare urbana, rischiava di degenerare in una pericolosa rivoluzione sociale.60) In tale contesto, molto particolare risulta la posizione del marchese Neri Corsini di Lajatico, che in questo periodo ricopriva l'impegnativa carica di governatore di Livorno, città da sempre molto sensibile agli umori della piazza.
La particolare posizione del marchese, infatti, derivava dal fatto che egli, pur essendo blasonato uomo partecipe delle istituzioni ed anche, per tradizioni familiari, molto vicino agli ambienti della corte granducale, fin dal settembre 1847, proprio da Livorno dava dimostrazione di aver intuito la necessità di più profonde riforme, quasi facendosi portavoce delle istanze liberali che dalla stessa città si levavano verso le istituzioni.
Dunque, dei vecchi ministri, solo Neri Corsini si era accorto che le cose stavano cambiando e della necessità di una costituzione subito 61) ed ampia E di questo convincimento troviamo conferma proprio nelle parole dello stesso Neri Corsini scritte al conte Piero Ferretti, per spiegargli i termini di una disputa che lo aveva visto in quel periodo protagonista con lo stesso granduca. Il marchese Corsini, dopo aver illustrato le sue perples­sità per l'incarico a ministro63) degli esteri che gli era stata proposta in
5ty VINCENZO SALVAGNOU, Discorso di Vincenzo Salvagnoli sullo stato polìtico della Toscana nd maryo 1847, Firenze, Gabinetto Scientifico Letterario Vieusseux, 1847, p. 8.
*9 Sulla paura del socialismo, si veda LUIGI BULPERETTI, Socialismo risorgimentale, Torino, 1949; GAETANO SALVEMINI, Maqgni, Firenze, 19254,
6,> Anche Nobili sostiene che il marchese Neri Corsini aveva incitato Principe e Go­verno a frenare il movimento col mettcrglisi alla testa proclamando la Costituzione. Cfr. N. NOBILI, op. àf.t p. 29; e pure Montanelli attribuisce a Neri Corsini una simile idea. Cfr. G. MONTANELLI, Memorie sull'Italia e specialmente sulla Toscana cit.
6a) R. ClAMHNl, Contributo alla storia del 1848 in Toscana, in E. ROTA (a cura di), //1848 nella storia italiana ed europea cit., p. 788.
(,v> A questo riguardo scriveva Corsini: la mia nomina avvenuta in un momento in cui si faceva cosa diametralmente opposta alla opinione da me già esternata, mi fece comprende­re che poco si valutavano i miei consigli e che aggregandomi al Ministero sì era voluto tentare ... [dij compensare la impopolarità nella quale erano sventuratamente caduti gli altri Consiglieri. Cfr. Lettera esplicativa del Marchese Neri Corsini, in A ZoBi, op. cit., p. 129.