Rassegna storica del Risorgimento

Toscana. Storia. Secolo XIX
anno <1997>   pagina <363>
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Toscana costituzionale: la gestatori* dello Statuto del 1848 363
tivo su tutte le leggi di finanza [...] col Consiglio generale si formava quel nesso necessario tra le istituzioni Municipali e la Consulta [...] Ridolfi trovò grande opposizione nel Ministero: solamente verso sera [concordarono] intomo alla proposta del Consiglio generale ... [tramite] un'istruzione alla Commissione [..,] di proporre quel modo che credesse migliore per fare quel nesso.117) La notizia di una lettera informale che avrebbe dovuto dare ulteriori indicazioni alla commissione appare riportata anche da Matteucci, il quale scriveva a Balbo in questi termini: Il granduca non pronunciò princi­pi nel suo motuproprio per certi piccoli riguardi: domani li sparerà il Mini­stro in una sua lettera alla Commissione ,na) E, a conferma di quanto affermato dai due notabili toscani, nonché a dimostrare reffettiva esistenza di un secondo livello di potere, quasi informale e sommerso , che si manifestava in quelle riunioni non ufficiali ed in quegli ordini trasmessi a voce, o in corrispondenza privata, troviamo una lettera di Ridolfi inviata a Niccolò Lami, altro membro della commissione del 31 gennaio 1848. In questa lettera si legge: nell'accompagnar il Sovrano motuproprio di ieri e con il quale una commissione di cui Ella deve far parte, è incaricata din progetto di riforma [...] debbo soggiungerle, come nell'incarico relativo alla compilazione di quest'ultimo progetto, deve la commissione stessa ritenere esser pur quello compreso di proporre il nesso ed i rapporti tra la Reale Consulta ed i Consigli Dipartimentali [...] più conveniente dovesse esservi come anello intermedio un Congresso o un Consiglio generale che si adu­nasse ad epoche determinate per statuire sopra alcune materie e consultare sopra altre che potesse al Principe di sottomettere al di lui esame.119)
H nodo da sciogliere era tuttora rappresentato dal diverso concetto che si dava alla costituzione. Infatti, se tutti concordavano sulla base municipale, ben diverse erano poi le idee a proposito dell'impostazione e dei fini che la carta fondamentale avrebbe dovuto avere. Per i liberali, i comuni avrebbero dovuto fornire la base elettorale e civile dell'assemblea in cui dovevano confluire i deputati eletti. Per i moderati, invece, la base municipale avrebbe dovuto confermare, e se possibile rafforzare, il potere dei vari notabili locali, che così avrebbero potuto più da vicino, tramite dei rappresentanti nominati o eletti sotto la loro influenza, controllare anche nell'assemblea i loro interessi legati alla comunità di provenienza. In questa notevole diver­sità di posizioni, si riassume tutto il dibattito sviluppatosi in Toscana nel gennaio 1848, e anche la travagliata esistenza della commissione incaricata delle riforme istituzionali
l> B. RrCASOU, Cariegg, raccolti e curati da M. NOBELI e S. CAMERANI cit, voi. Ili, p. 19. Ed anche: B. RICASCHI, Ltttm e documenti, raccolti e curati da A, GOTTi, M. TABASRINÌ cit, pp. 303-304.
,IS) E. PASSAMONn, Alcuni documenti inediti sulla Costituitone Toscana del 1848 dt, p. 675.
"9 ASF, Segreterìa di Gabinetto, Appendice, f. 23, ina. 17.