Rassegna storica del Risorgimento

Toscana. Storia. Secolo XIX
anno <1997>   pagina <369>
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Toscana costituzionale: la gestazione dello Statuto del 1848 369
10 membri.143) Il lavoro svolto dalla commissione, tuttavia, non incontrò i favori dell'opinione pubblica. E se Salvagnoli scriveva qualche giorno più tardi a Balbo: [si] voleva con un po' d'acqua consultiva allungare il brodo lungo della Consulta ancor quando era venuta la Costituzione piemontese,144) anche a corte lo stesso ministro Baldasseroni [mostrava] di non esserne gran cosa soddisfatto; osservando che ormai le macchine costituzionali all'uso del Belgio e della Francia, si capiva alla meglio come si adoperavano, [...] mentre da un congegno nuovo, era molto incerto se governo e paese avrebber potuto cavare opera utile.145)
Gli eventi tuttavia precipitarono. In Francia già si avvertivano i primi segni di quella rivolta che in breve avrebbe portato alla caduta della monar­chia di Luglio e cosi, quando P8 febbraio Carlo Alberto fece pubblicare il proclama in cui solennemente dichiarava: abbiamo risoluto e determinato di adottare le seguenti basi di uno statuto fondamentale per istabilire nei nostri Stati un compiuto sistema di Governo rappresentativo146) facendovi seguire in 14 punti gli aspetti fondamentali che si prometteva di far inserire nella futura carta, il granduca si vide costretto, suo malgrado, a correggere la sua uscita del 31 gennaio con un solenne motuproprio dell'I 1 febbraio,
l4S) L'interesse di questo documento risulta anche da una comparazione con il prece­dente manoscritto, rinvenuto tra le carte della segreteria granducale. Emergono infatti singolari analogie tra i due testi, che testimoniano inequivocabilmente l'attrazione dei commissari per la suggestione di disciplinare, almeno nelle linee generali, anche altre materie propedeutiche a quelle strettamente istituzionali Entrambe le versioni, infatti, dopo un tìtolo VI dedicato ai ministri, presentavano un altro titolo VI intitolato ordinamento governativo con una numerazione che trascurava totalmente la normale progressione numerica degli articoli giunta, nel titolo precedente al n. 57. Le anomalie di questo titolo, che sembra, in entrambi i manoscritti, avulso dal resto del testo, continuavano soprattutto per ciò che riguarda il contenuto: entrambi trattavano intatti la divisione del territorio toscano, e, mentre nella stesura anonima si disponeva solo la ripartizione in 6 compartimenti, nel manoscritto redatto da Galeotti si precisava che i capoluoghi di questi avrebbero dovuto essere Firenze, Siena, Pisa, Arezzo, Lucca e Grosseto, con rawertimento si pensi a Livorno. È plausibile a questo punto ritenere che questa materia sia stata fornita ai commissari quale stralcio dei lavori della conferenza per la riforma municipale, di cui facevano parte anche gli stessi Landucci e Galeotti Del resto, la lettura delle leggi e dei regolamenti amministrativi del marzo 1848 che molto derivavano dai lavori di tale conferenza, dimostra proprio una evidente coincidenza di contenuti con gli articoli di questo titolo.
**) E. PASSAMONTI, op. cit., p. 678. È probabile che Salvagnoli tacesse riferimento al progetto Capponi
Ì4S> M. TABARRINI, Gino Capponi, i suoi tempi, i suoi studi, i suoi amici cit., p. 271. Questo giudizio di Baldasseroni confermerebbe il fatto che, dopo il progetto Capponi, i commissari sembravano orientati a creare un sistema generale che ordinasse nella maniera meno trauma­tica possibile le istituzioni preesistenti Del resto, una legge quadro che fornisse indicazioni per una riforma generale delle istituzioni appariva molto distante dalle posizioni legate alla semplice gestione del potere proprie dell'elite al potere.
Q [BIBLIOTECA ARCHIVIO DEL RISORGIMENTO ET FIRENZE (d'ora in avanti BARF), Pro­clami, cart. CI], Supplemento a L'Alba, n. 143, 11 febbraio 1848.