Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Araldica. Secolo XIX
anno
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1997
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pagina
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382
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Andrea Moroni
Questa concezione che mescolava l'apologia del medioevo con l'idea della nobiltà come ceto forte ma virtuoso è uno dei motivi più ricorrenti in tutti i ragionamenti intorno all'aristocrazia. La novità di questi anni risiedeva soprattutto nel rigore storico che si pretendeva per le nuove genealogie e che, per estensione, veniva attribuito anche alla ricostruzione del medioevo, coprendo e giustificando in tal modo gli evidenti aspetti mitizzanti Ma il più delle volte reclamato ricorso al rigore dell'indagine storica non fu sempre seguito. Sfogliando le riviste araldiche è infatti possibile incontrare affermazioni come queste relative alla storia della famiglia Massimo di Roma: E tradizione che la famiglia Massimo o dei Massimi discenda dagli antichi patrizi romani omonimi e questa tradizione viene corroborata da un gran numero di documenti e di monumenti [...]. È ben vero che per circa due secoli e mezzo [...] scarse memorie ci rimangono del cognome Massimi; ma all'albeggiare del secolo X, quando quasi nessun altro cognome ritorna in uso, riapparisce quello dei Massimi in una alla tradizione che essi discendano dagli antichi, e questo viene provato dall'antichissimo monumento tuttora esistente in S. Alessio in memoria di Leone dei Massimi che visse appunto in quei secoli. Se non è prova certa e sicura non vi ha dubbio che tale argomento non è privo di valore .ltì) Anche l'Accademia Araldica Italiana, forse una delle società più serie tra quelle di questo tipo, non fu esente da critiche: oltre a essere promotrice del già ricordato Giornale Araldico-Genealogico-Diplomatico, dal 1878 diede alle stampe un Annuario della nobiltà italiana, una pubblicazione che ricalcava il prestigioso Almanach de Gotha, dove erano elencate le famiglie nobili italiane, ciascuna corredata da una breve scheda storica e dallo stato familiare aggiornato di anno in anno.17) E significativo che una delle prime
lQ Calendario d'Oro, a. VI (1894), dalla rubrica Cenni storiti-gentalogci.
17) Anche Annuario della nobiltà italiana, come il Calendario Reale, dedicava una prima sezione alla casa Savoia, alla corte, alla serie cronologica dei pontefici, alle case sovrane esistenti nel mondo e ad altri simili elenchi. Ma la partev più consistente della rivista era quella dedicata all'elenco delle famiglie nobili italiane. È evidente che i redattori intendevano svolgere un'azione di supplenza nei confronti della Consulta Araldica del Regno, i cui lavori procedevano assai a rilento (sulle caratteristiche della Consulta e sulle cause dei ritardi si veda G. C. JOCTBAU, Un censimento della nobiltà italiana, in Meridiana, 1994, n. 19, pp. 113-154 e più in particolare le pp. 115-124). La raccolta delle informazioni si basava su un sistema del tutto volontario, ossia fu chiesto alle varie famiglie di inviare alla redazione una breve nota storica sulle origini delia casata e lo stato familiare al presente. Il primo volume fu composto grazie all'attività dei vari corrispondenti della rivista e nella prerazione veniva lamentata la ritrosia di molte famiglie a fornire i dati richiesti. Tale fatto era dovuto, sostennero i redattori, ali' andazzo delle idee che si vogliono predominanti, ma che di ratto non sono che l'eco della moda e il frutto del vano timore che si è infiltrato nell'animo di molti di apparire avversi alla civiltà e al progresso (Prefazione all''Annuario della nobiltà italiana, 1879, Pisa, 1878). Il primo numero riportava cosi circa 200 famiglie, ma eia l'anno successivo si salutava con soddisfazione il successo ottenuto e le molte ri-