Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Araldica. Secolo XIX
anno <1997>   pagina <383>
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Pubblicazioni araldiche di fine Ottocento 383
recensioni a tale iniziativa, pubblicata da Angelo De Gubematis sxJSS?An­nuario della letteratura italiana, pur apprezzando il nuovo periodico dell'Ac­cademia Araldica, ne criticasse però la compiacenza soverchia ad acco­gliere le leggende di alcune famiglie d'incerta nobiltà.18)
In queste cadute di stile è però possibile leggere qualcosa di più della semplice compiacenza verso le pretese origini remote di qualche casata. Se la nobiltà si caratterizzava come Punica istituzione in grado di sfidare i se­coli, se le radici delle più illustri casate giungevano a lambire i secoli più remoti, se la nobiltà era sempre esistita da che esiste la storia, allora storia e genealogia si identificavano, riaffermando così una concezione non molto diversa da quella recentemente rilevata negli scritti e nelle fantasie genealogiche del XVI e XVII secolo.19) Tuttavia, se nel '500 e nel '600 questa identificazione tra storia e nobiltà era causa e conseguenza di una interiorizzazione di questa stessa identità in una forma tale da rendere ve­rosimili e accettate genealogie che facevano risalire le origini delle famìglie all'antichità e alla mitologia, alla fine deU'800 questa stessa identificazione veniva posta al fianco della necessità di prove rigorosamente documentate dalla ricerca storica. Si poneva così il bisogno di argomentare e provare ciò che secoli prima era avvertito come immediatamente vero. Lo studio della nobiltà diventava allora studio della storia, dei motivi della forza di questo ceto e delle cause della sua decadenza. Ma alla base di questi studi stava la convinzione che la nobiltà, e con essa la divisione gerarchica della società, non solo fosse connaturata al genere umano, ma che esistesse una reale continuità generazionale tra le più primitive aristocrazie e le casate odierne.20) L'esigenza della prova documentaria non faceva che porre in
sposte arrivate in redazione. Il terzo volume, edito nel 1881, censiva già 410 casate, salite a quasi 800 del 1892. Cifre comunque distanti dalle 7.750 famiglie censite dal Libro d'Oro della Nobiltà Italiana pubblicato dalla Consulta Araldica nel 1934, ma quel che qui importa sottolineare è, ancora una volta, il successo di un'iniziativa che si basava soprattutto sull'adesione delle sàgole famiglie nobili, le quali non ottenevano nessuna contropartita ufficiale, ma solo la soddisfazione di vedere il proprio nome presente nell'elenco pubblicato 'SÒSSAnnuario.
,8) La Prefazione al IV volume del'Annuario, edito nel 1881, è in gran parte de­dicata a questa recensione di cui venivano riportati ampi brani. Molte delle afferma­zioni di De Gubematis erano contestate, ma il gentile auspicio affinché le genealogie di alcune famiglie ora un po' leggendarie [fossero] nelle future edizioni ripassate a più severo esame e le critiche rivolte in proposito non furono rigettate, i redattori dell'Annuario ammisero invece che il rimprovero non [era] in parte malfondato (ivi, p. <S).
,9> In proposito si veda il suggestivo lavoro di R. BIZZOCCHI, Savoir gènéalogquc et soditi en Italie au XVI' siede, in Annales ESC, 1991, pp. 789-805.
20> Sul numero del 1886-87 del Giornale Araldico-Genealogico-Diplomatico si pote­va ad esempio leggere che in tutti i popoli si hanno testimonianze dell'esistenza di una nobiltà, dagli ebrei ai greci ai romani, persino nei Vangeli ve ne sarebbe traccia poiché la vergine Maria che il Cristo volle avere per madre era di regia stirpe . la