Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Araldica. Secolo XIX
anno <1997>   pagina <400>
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Andrea Moroni
portati anche da Giorgio Rumi come, ad esempio, il volume di Alessandro Monti della Corte, Estrema destra, del 1927, in cui si elogiavano gli spazi offerti dal regime all'antico principio delle gerarchie sociali e si pensava alla possibilità della creazione di una nobiltà imperiale-63) D'altronde le avances del regime verso la nobiltà erano state esplicite: nel 1931 il sotto­segretario di Stato alla Presidenza del Consiglio parlò delF importanza del titolo nobiliare, inteso come espressione di diritti storici di gloria familiare ;64) altrove si affermava: nella maggior somma di doveri imposti a chi per sua esperienza, e l'attitudine ereditaria, per il culto delle memorie gloriose, è in grado di adempierli, noi vediamo la funzione indispensabile dell'aristo­crazia, funzione sociale e politica, per la quale essa non è più l'ombra di un mondo scomparso, ma ha un suo proprio valore, storico e attuale, valore che il Fascismo, il quale è esso stesso il complesso delle più nobili e ideali virtù della stirpe italiana, e che si oppone, per la sua stessa natura, al concetto di un'uguaglianza stupidamente livellatrice di ogni altezza mo­rale, riconosce pienamente .65) Ben si comprende, allora, l'attenzione del fascismo verso la nobiltà e la rapidità con cui Mussolini si affrettò a prendere provvedimenti in proposito e ha ragione Rumi quando conclude che dire che l'aristocrazia deve "mantenere [...] il primo posto nella ascensione della Patria ai suoi più alti destini", è, [...], assegnarle un com­pito che la giustifica e la sostanzia. Il disegno, allora, si completa: legifera­re in argomento è una scelta importante per intervenire su una realtà so­ciale non numerosa, ma tuttora influente, e, in ipotesi, benpensante.6) Ma i provvedimenti del regime nei confronti della nobiltà testimoniano anche, aggiungiamo, un indubbio intuito politico che consenti di cogliere quei malesseri che da tempo serpeggiavano tra le file dell'aristocrazia, incapace di darsi un compito nel passato sistema liberale, e che si era manifestato con chiarezza negli scritti di araldica e di genealogia.
ANDREA MORONI
da quelli che abbiamo visto delineate negli scritti di fine secolo, ma il ruolo che il presente deve assegnare alla nobiltà veniva affermato con maggiore attenzione e forza e non è certo casuale che ciò avvenisse nel momento in cui l'ordinamento democra­tico era stato abbattuto dal fascismo.
* Cfr. G. RUMI, La politica nobiliare cit, p. 591.
) I, p. 586.
*9 Bollettino /Male della consulta araldica, IX, a 41 (1931), pp. 153-154, citato da G. RUM, La politica nobiliare cit, p. 587.
G. RIM, La politica nobiliare cit, pp. 557-588.