Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Araldica. Secolo XIX
anno
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1997
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pagina
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403
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Libri e periodici 403
Francia e con l'invito pressante a Napoleone di resistere dopo Waterloo: la seconda abdicazione è definitiva.
Luciano riviene in Italia, ma come i Bonaparte è sorvegliato speciale nello Stato Pontificio; dopo la morte di Napoleone e una breve parentesi di vita bolognese, non mancando di certo difficoltà finanziarie, il ritiro in Maremma, a Canino, è forzoso; l'avventura archeologica nella zona serve a dare qualche sollievo, come la visita di Stendhal a Canino. Ma pur vi sono fatti luttuosi, come la perdita dei figli Paolo Maria e Giovanna, di qualche anno successiva alla morte di Eugenio di Beauhamais, ex viceré d'Italia e rivale di Luciano, e di Paolina, sepolta in Roma, nella cappella Borghese di Santa Maria Maggiore. Gli ultimi sprazzi di un'esistenza quanto mai attiva sono riversati nella rivoluzione del 1830, ma di più nel testamento politico, cioè nella costituzione della repubblica consolare. L'epilogo è segnato da alcuni fatti di sangue a Canino, nei quali sono coinvolti due figli, e dalla morte di Luciano, assistito da Alexandrine, dalla figlia Costanza e da padre Maurizio, all'età di sessantacinque anni a Viterbo, nella notte tra il 29 e il 30 giugno 1840. E Alexandrìne che difende la memoria del marito, con il quale aveva vissuto quarant'anni difilati, contro gli attacchi di Adolphe Thiers, autore della Storia del Consolato e detflmpero, chiedendo aiuto, tra gli altri, a Parigi, dove si reca a bella posta, agli amici Lamartine e Victor Hugo.
Tutto questo è nel libro di Antonello Ketromarchi, in buona parte documentato, sempre raccontato con vivezza d'immagini e con fluente scrittura; va sottolineato che non mancano un apparato critico essenziale nelle note finali e Vindice dei nomi, utile a servirsi del volume con intelligenza. Deve dirsi che la pubblicazione porta buon giovamento alla conoscenza di tanto protagonista, ma serve pure ad inquadrare con giustezza il suo tempo, denso di accadimenti fondamentali nel mondo contemporaneo.
GAETANO ANDRISANI
MATTHEW FFORDE, Storia della Gran Bretagna, 1832-1992; Roma-Bari, Laterza, 1994, in 8, pp. 433. L. 45.000.
Nella collana manuali Laterza è apparso recentemente un libro che, senza nascondere le esigenze didattiche che lo animano, mira tuttavia a far avanzare la ricerca e a fornire una interpretazione complessiva del processo di indebolimento della potenza britannica nel corso dei secoli XIX e XX.
L'autore, infatti, partendo dal 1832, anno in cui entrò a far parte delle leggi del parlamento il Great Refom Art, segue il percorso storico compiuto dalla Gran Bretagna nell'epoca contemporanea, individuando quattro distinte fasi: il momento della rivoluzione industriale e del liberalismo (1832-1870), l'età della rivalità intemazionale (1870-1918), il periodo determinato dall'alternanza della pace e della guerra (1918-1945), la trasformazione sociale segnata dal declino economico-politico e dalla desocializzazione (1945-1992).
Anche dal taglio cronologico si evidenzia la volontà di procedere a una presentazione della vita civile britannica che, pur centrata sulla ricostruzione delle vicende politiche, costituzionali e amministrative, si giova dell'apporto interpretativo fornito dalle continue interconnessioni degli elementi economici e sociali, istituzionali e intemazionali, culturali e religiosi; un ponderato uso critico delle fonti statistiche spesso sostiene la scrittura senza mai sopravanzarla.
L'autore non si sottrae, nella prefazione al volume, dell'illustrare, in modo curato ma diretto, la scelta fatta di concentrare nell'ambito britannico la sua ricostruzione storica, ponendo nello scenario di sfondo le vicende del Regno Unito in