Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Araldica. Secolo XIX
anno
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1997
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Libri e periodici >j 405
Tuttavia, ancora senza la manifestazione di scosse eccessive, nell'età edoardia-na si avverte una inversione di tendenza, sottolineata dall'affacciarsi dell'elettorato di massa e l'affermarsi dei partiti nel processo di democratizzazione. Durante gli anni Ottanta dell'Ottocento, si era infatti, sviluppato quell'ideale di collettivismo che, mettendo in discussione il precedente assetto, raggiunse il suo apice nei trenta anni seguenti il primo dopoguerra-li liberale Henry George ancora affermava: Ogni ulteriore progresso deve basarsi sul sistema economico, sociale e politico esistente . Ma l'attacco alla illegittimità dei profìtti preparò la strada all'attacco all'illegittimità dei capitali, proponendo il confronto tra diritto comune o diritto innato. Proprio il progressivo affermarsi della categoria dei diritti innati, prima estranea alla cultura inglese, avrebbe, infine, portato negli anni Settanta di questo secolo a definire un quadro di pensiero dominante che non sarebbe stato ipotizzabile negli stessi anni del XVIII e XBC.
Naturalmente, in questa sede non possiamo seguire passo per passo la complessa opera compiuta dal Fforde: tuttavia, non sarebbe comprensibile l'ampio disegno dell'opera se non ricordassimo alcune questioni di grande rilevanza: resta questione aperta, ma di grande impatto, il progressivo indebolimento dell'economia britannica; il suo apporto alla produzione mondiale, che nel 1870 era del 32, era sceso al 20 già negli anni Novanta, superato da quello degli Stati Uniti. Nel sistema politico, nasceva intanto il partito laburista che dopo aver stretto un patto coi liberali, che andavano radicalizzandosi, giunse a sostituirli, dopo la prima guerra mondiale, alla guida dell'ala riformista dello schieramento politico; ma l'instaurazione di un sistema più fortemente bipolare non riuscì ad evitare forme di conso-ciativismo quale il butskellismo che Fforde mette in evidenza nella vita britannica tra gli anni Sessanta e Settanta. L'evoluzione e il rafforzamento dei partiti, pur avvenuti gradualmente e al di fuori da scelte giacobine, modellandosi sull'evoluzione economico sociale e politica, non riuscì a frenare la decadenza di uno Stato che passa in breve volger d'anni dai problemi connessi alla sua potenza imperiale a quelli relativi alla americanizzazione e alla europeizzazione della propria società.
Intorno alla frattura di fine secolo e al progressivo allontanamento dalle radici culturali britanniche si gioca dunque la scommessa interpretativa del Fforde: su questa dicotomia e rovesciamento della situazione, ponendo attenzione a non forzare i passaggi intermedi, vengono misurate tutte le trasformazioni con particolare attenzione all'assetto costituzionale e aU'aniministrazione locale. Il grande processo di centralizzazione e le diverse ondate di nazionalizzazione, non hanno costituito un freno al declino del senso di comunità e alla progressiva desocializzazione seguita alla critica progressiva della propria tradizione. I problemi relativi all'allontanamento del governo locale dalle sue radici storiche e i percorsi di spersonalizzazione dei rapporti socio-politici non sono stati risolti certamente dal ritomo conservatore della Thatcher, nel 1979, dopo la radicalizzazione laburista degli anni Settanta. Del resto, in tali trasformazioni appaiono anche invertiti i caratteri di fondo del sistema politico britannico, con un conservatorismo maggiormente impegnato nel dibattito culturale e un movimento riformatore che privilegia sempre più il piano politico.
Come si vede il volume fornisce una chiave di lettura storica anche degli avvenimenti attuali e delle difficoltà in cui versa la stessa corona. Non sempre le interconnessioni tra i diversi aspetti, che servono a descrivere a tutto tondo l'esperienza di due secoli di storia britannica, sono convincenti e talvolta rimangono puramente descrittive; specialmente dove, per dovere di completezza manualistica, f'A. si sofferma su questioni che forse non l'attraggono troppo.
Particolarmente interessante appare invece la sottolineatura che l'autore dà al tema della coesione sociale, uno dei punti forza e, insieme, uno dei punti critici dell'opera. La coesione sociale non appare generalmente collegata a periodi di stagnazione e messa in crisi da processi di trasformazione; i mutamenti di fine Ottocento, mantenendo un carattere pragmatico più che dogmatico, non sembravano