Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Araldica. Secolo XIX
anno <1997>   pagina <406>
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406 Libri e periodici
mettere affatto in crisi la coesione sociale, ma anzi sostennero la cultura della ri­spettabilità. La diminuzione nel corso del Novecento degli alti livelli di coesione dell'età vittoriana, che accompagna il declino della capacità di potenza britannica, appare legato, da un lato, al processo di svuotamento delle istituzioni tradizionali, senza che si procedesse a un loro effettivo rinnovamento; dall'altro, alla contesta­zione di modelli comunitari nella vita locale e alla loro sostituzione con forme di individualismo e di corporativismo, quale esperienza di un clientelismo britannico rimasto a livelli impersonali. Come si vede si tratta di una questione importante, ma che appare appena tratteggiata; allo studioso che, sotto i veli di un manuale legge la tensione a nuovi approcci interpretativi, non resta che aspettare con attenzione i nuovi lavori di Fforde, per comprendere meglio le dinamiche storiche che per ora egli ha semplicemente adombrato nella sua equilibrata ricostruzione.
ANDREA CIAMPANI
GIAN LUIGI BASINI, Uindustrialiasone di una provincia contadina. Reggio Ernia 1861-1940; Reggio Emilia, Editori Laterza, 1995, in 8, pp. 631. L. 50.000.
Il processo di industrializzazione dei principali paesi europei, pur essendo frutto di un'unica radice (il modello inglese), è stato influenzato da fattori come la localizzazione delle imprese, le risorse, i metodi di produzione e le politiche com-merciali. Ne sono scaturite diverse varianti, soprattutto per quanto concerne le re­gole del mercato, l'organizzazione dell'impresa, i rapporti tra imprese e banche ed il ruolo dello Stato.
È proprio partendo da queste considerazioni che il Basini riesce a dimostrare la notevole flessibilità e duttilità di adattamento dell'economia reggiana, nel corso di quasi ottant'anni, alle innovazioni istituzionali e tecnologiche. L'Autore evidenzia, infatti, la particolare capacità di quell'economia di scegliere, in un certo periodo sto­rico, la variante più valida per fronteggiare le esigenze del momento, tacendo inte­ragire i modelli importati con le proprie tradizioni. In particolare, l'approccio siste­mico all'analisi del processo industriale nella provincia di Reggio Emilia gli consente di inserire le aziende esaminate in un contesto economico, tecnologico e socio­politico, per cui ciascuno dei tre piani interagisce con l'altro e tutti insieme costitui­scono per l'impresa vincolo e stimolo ad un cambiamento strategico ed organizzati­vo che a sua volta contribuisce a modificare la realtà circostante. Egli, infatti, esa­mina lo sviluppo del settore secondario all'interno di una società rurale, con la quale l'industria è strettamente collegata non solo in azione all'offerta di materie prime e ai livelli della domanda, ma anche per l'accumulazione del capitale e per l'impiego di una manodopera molto integrata fra attività industriale e agricola
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La ricerca è stata suddivisa in tre fasi, seguendo una cronologia ormai con­solidata fra gli storici economici e pienamente giustificata anche dalle vicende reg­giane (p. XIII): la prima esamina l'economia della provincia nella seconda metà dell'Ottocento, la seconda evidenzia la nascita delle prime vere industrie tra la fine del secolo XDC e la prima guerra mondiale e l'ultima si sofferma sul consolida­mento del processo di industrializzazione nel ventennio successivo.
La situazione economica della provincia reggiana dall'Unità all'ultimo decennio dell'Ottocento rispecchia pienamente la realtà nazionale, caratterizzata da un'agri­coltura non tra le più produttive, da un settore industriale molto arretrato e da una vasta carenza di infrastrutture. Le attività predominanti nel settore secondario ri­guardavano la trasformazione dei prodotti agricoli e dell'allevamento. Prevalevano le imprese di tipo familiare e gli aumenti della produzione venivano realizzati non