Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Araldica. Secolo XIX
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1997
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410
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410 Libri e periodici m
In appendice viene proposto e sono francamente le pagine più riuscite il profilo biografico di Giovanni Gasti, un alessandrino, che fu questore di Milano nel cruciale triennio 1919-1922 e quindi prefetto di Palermo, Novara, Ferrara e Trieste.
VINCENZO G. PACIFICI
BEATRICE PISA, Nasone e politica nella Società Dante Alighieri', Roma, Bonacci, 1995, in 8, pp. 461. L. 60.000.
PATRIZIA SALVETTI, Immagine nazionale ed emigratone nella Soàetà Dante Alighieri >rt Roma, Bonacci, 1995, in 8, pp. 288. L. 30.000.
I volumi che qui segnaliamo apportano un rilevante contributo di conoscenze e di spunti interpretativi a due temi sempre più presenti nel dibattito sia storiografico sia politico: quello dell'identità nazionale italiana e quello, strettamente connesso con il primo, della cittadinanza. La Società Dante Alighieri nacque, infatti, nel 1889 proprio con l'intento, da un lato, di fare gli italiani , cioè di creare una coscienza nazionale italiana, e, dall'altro, di diffondere una cultura della Patria fra i nostri connazionali emigrati all'estero, al fine di difenderne l'identità nazionale.
Alla vita della Dante Alighieri, dalla sua fondazione sino al 1930, Beatrice Pisa e Patrizia Salvetti hanno dedicato due lavori che, pur distinti nella forma, sono rigorosamente complementari nel contenuto, giacché affrontano i due grandi aspetti nei quali prese corpo l'attività della Società. La prima ha rivolto la sua attenzione all'aspetto più propriamente politico, del quale si curavano direttamente gli organi dirigenti centrali, consistente nel sostenere in vari modi le istanze irredentiste, nel fornire giustificazioni culturali alle imprese coloniali italiane e nel dar vita all'interno del paese a forme di propaganda di tipo patriottico, tese a creare una comune coscienza nazionale. La seconda, invece, ha preso in esame le iniziative culturali, scolastiche e pedagogiche promosse dalla Società per mezzo dei suoi organi periferici (i numerosi comitati costituiti all'estero) tra gli italiani che vivevano mori dei nostri confini, allo scopo di divulgare la conoscenza della lingua e della cultura italiane e, più in generale, di tutelare l' italianità dei nostri emigrati e di dare ad essi l'immagine di una madrepatria meno matrigna.
Occorre dire che sulle vicende della Dante Alighieri mancavano finora studi approfonditi e scientificamente rigorosi Beatrice Pisa e Patrizia Salvetti hanno il merito, perciò, di aver colmato questa lacuna, valendosi di una documentazione assai ricca e originale, la cui parte essenziale, ma non esclusiva, è costituita dagli Atti pubblicati periodicamente dalla Società e soprattutto dalle carte conservate presso l'Archivio Storico della Dante Alighieri (un archivio ancora in fase di riordinamento e, per questa ragione, fino a oggi pressoché del tutto inesplorato).
Merito delle due autrici è, però, anche quello di aver posto in risalto molto bene le ambiguità che da un certo momento in poi contraddistinsero la linea polìtica della Società. Difetti, il suo iniziale schietto irredentismo, che si concretò specialmente nella costruzione nel Trentino, nell'Alto Adige, nella Venezia Giulia, in Istria e nella Dalmazia di scuole e asili per i bambini italiani, in consistenti aiuti economici ai giornali e alle riviste in lingua italiana pubblicati nelle regioni soggette all'Austria e in finanziamenti alla campagna elettorale dei candidati giuliani di lingua italiana, ma che non fu sbandierato mai pubblicamente, per non turbare i rapporti che, attraverso la Triplice Alleanza, legavano l'Italia all'Austria, venne inquinato, prima, negli anni a cavaliere della guerra di Libia, da un sempre più spiccato filo-