Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Reggio Emilia. Secolo XIX
anno <1997>   pagina <442>
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Alberto Ferraboschi
sociale, oltre che politica, dell'età napoleonica il momento decisivo per la sua stessa formazione.34)
In virtù di un'unitaria identità politico-ideologica originata dalla condi­visione del comune percorso risorgimentale, Vélite municipale riuscì a con­servare una posizione di indiscusso predominio fino al cuore degli anni ottanta, quando raccelerazione della trasformazione sociale, assecondata dalle riforme elettorali del 1882 e del 1889, mise in crisi i tradizionali mec­canismi di selezione della classe dirigente. Se infatti il connubio con la sinistra liberale dei primi anni '8035) non aveva scalfito il quadro ideologico di riferimento di una élite che continuava a riconoscersi nell'esito delle battaglie risorgimentali,36) l'ascesa di nuove forze sociali insieme al mancato ricambio del gruppo dirigente moderato ed alla sua fisiologica scomparsa,37) incrinarono rapidamente la tradizionale coesione della rappresentanza am­ministrativa locale: l'ingresso nel consiglio comunale cittadino di uomini provenienti dal mondo del commercio ed estranei alla legittimazione risor­gimentale38) insieme al successo della coalizione radical-socialista del 1889,39)
Sulle trasformazioni sociali prodotte nel reggiano dal regime napoleonico cfr. AA.W., Reggio e i territori estensi dall'antico Regime all'età napoleonica cit, pp. 11-29; per un profilo prosopografico della classe dirigente reggiana del periodo napoleonico cfr. G. BADINI, Un'inchiesta napoleonica su ni più distinti letterati dotti e artisti reggiani viventi nel 1807, Reggio Emilia, Bizzocchi Editore, 1977.
39 Cfr. O. ROMBALDl, Cronaca della questione sociale in Reggio Emilia (1859-1885), in Mu­nicipio di Reggio Emilia cit., p. 239.
W All'inizio degli anni '80 l'associazione Progressista era presieduta da Biagio Borsiglia, nipote di uno dei sei giureconsulti che difesero gl'imputati al processo di Rubiera nonostante le intimidazioni ducali. L'associazione, guidata da un consiglio direttivo, contava 95 soci tra cui 20 operai, 15 esercenti, 30 possidenti e 30 nullatenenti. Cfr. ARCHIVIO DI STATO DI REGGIO EMILIA (d'ora in avanti ASRE), Protocollo Riservato ultimo versamento, Busta 16, fase Associazioni Politiche, Associamone Progressista, Variazioni, 9 giugno 1880. Sulla mitologia del Risorgimento all'interno della cultura politica della sinistra cfr. F. DELLA PERULA, Realtà e mito nell'Italia dell'Ottocento, Milano, Franco Angeli, 1996, pp. 79-163.
*) La perdita dolorosamente improvvisa del compianto cav. avv. Agostino Sforza ci richiama alla mente una verità da noi detta più volte, che la morte s'incarica troppo spesso di far rinnovare i membri del nostro Consiglio Comunale. Mentre alcuni ripetono su tutti i toni, fino alla sazietà, che una sostituzione è necessaria, noi purtroppo vediamo che questi consiglieri non invecchiano e la morte ce li toglie troppo presto, assai prima che si possa sentire il bisogno di rinnovarli (Purtroppo, in L.1talia Centrale, 2 dicembre 1881).
W Se nel 1865 solamente il 7,5 dei consiglieri risultavano elettori alla Camera di Commercio della città, nel 1882 la percentuale raggiungeva il 15, superando il 17 nel 1886 (cfr. ASRE, Archivio Camera di Commercio, div. I, sez. V, Usta generale degli elettori commerciali, anni 1865, 1882, 1886). Nel 1886 venne istituita una Associazione fra gl'indu­striali, Commercianti ed Esercenti che si proponeva di patrocinare e tutelare gl'interessi di ogni singolo socio e di ogni classe in genere aderente all'associazione stessa. Il comitato promotore comprendeva: Almansi Eugenio, Bagni Giuseppe, Bassi Gaetano, Bassi Leopoldo, Bigi Timoteo, Bonazzi Luigi, Cairi Antonio, Corghi Pietro, Gorghi Pio, Gaz/ani Giuseppe, Lamberti Bernardino, Lari Luigi, Mazzi Michele, Piccinini Quintiliano, Reperti Domenico,