Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Reggio Emilia. Secolo XIX
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1997
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Alberto Ferraboschi
1868 ed il 35 nel 1876) 4I> conferma la funzione di palestra civile svolta dalla facoltà di legge per gli aspiranti alla dimensione pubblica ;* in quanto depositari del prezioso monopolio della cultura , ed in special modo di quella giuridica, gli avvocati diventavano gli interlocutori in grado di mediare tra la sfera istituzionale e quella sociale, rendendosi garanti di una rappresentanza sociale indiretta e non formalizzata.43) Non è un caso dunque che dagli ordini delle professioni forensi uscirono i protagonisti della vita cittadina, da Luigi Chiesi a Giovanni Fiastri, da Antonio Gorisi a Pierdonnino Bongiovanni, legittimando le proteste di chi denunciava l'indole litigiosa, sofistica, disposta troppo spesso a sacrificare un buon concetto per stare strettamente legati alle regole del diritto dei consiglieri comunali reggiani.44) Tuttavia, al di là della posizione di rilievo rivestita dagli avvocati nella cittadella moderata, occorre ricordare che i professionisti del diritto erano gli interpreti più fedeli degli ideali culturali e sociali proposti dalla nuova ed orgogliosa élite cittadina: avvocati, procuratori, notai, medici, insegnanti, ingegneri, ragionieri e periti complessivamente formavano nel 1876 ben il 66 del corpo comunale.45)
La fine della restaurazione a Reggio non coincide soltanto con la revan-che dei professionisti offrendo la possibilità ad attori sociali fino ad allora esclusi dalla vita pubblica di partecipare attivamente alle vicende politico-arrirninistrative della città. È il caso della comunità ebraica reggiana la quale,
41) Le informazioni relative alla qualifica professionale dei consiglieri comunali sono desunte da cfr. A. SACCHI, Calendario amministrativo storico statistico della Provincia di Reggio Emilia cit. e da ID., Annuario della Provincia di Reggio Emilia cit
*3) Cfr. F. CAMMARANO, La costruzione dello stato e la classe dirigente cit, pp. 29-42.
* Sulla particolare posizione degli avvocati come intermediari tra lo stato e la società cfr. H. SlEGRIST, Gli avvocati e la borghesia. Germania, Svitgera e Italia nel XDC secolo, in JL KOCKA (a cura di), Borghesie europee dellXJttocenlo cit, pp. 357-387. Sul funzionamento del notabilato quale meccanismo fondamentale del sistema politico dell'età liberale cfr. P. POMBENI, Autorità sociale e potere politico nell'Italia contemporanea, Venezia, Marsilio, 1993, pp. 68-69.
Cfr. Le elezioni comunali, in II Cittadino, 8 agosto 1863; sullo stesso tema ritornava a distanza di qualche anno l'anonimo commentatore de La Provincia: Abbiamo sempre portata opinione che nelle rappresentanze puramente amministrative sia un vero male la eccessiva prevalenza del elemento legale, imperoché sebbene ci onoriamo altamente di appartenere al ceto legale e non siamo punto disposti a disconoscere i meriti pure crederemmo di mancare di franchezza non avvertendo gli elettori della verità del proverbio che suona "dal fare al dire o v*ha che ire" (Delle eledoni amministrative, in La provincia, 27 luglio 1867); sulla polemica dei commercianti nei confronti degli avvocati e sulle sue implicazioni di carattere socio-economico cfr. M. BIANCHINI, Imprese ed imprenditori a Reggio Emilia 1861-1940 cit, pp. 17-18.
*> In particolare i professionisti si aggiudicavano le seguenti percentuali: professioni legali 35, insegnanti 18, ingegneri 5, ragionieri 5, periti 3 (A. SACCHI, Annuario della Provincia di Reggio nell'Emilia cit.).