Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Reggio Emilia. Secolo XIX
anno <1997>   pagina <450>
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Alberto Ferraboschi
vita associativa degli anni ottanta segnati dal passaggio ai grandi numeri, la crescente concorrerla di nuove forme di sociabilità borghese,71) accompa­gnata dall'attrazione esercitata da diversi modelli associativi,72) esauriva gl'in­tenti socialmente selezionanti e di disciplinamento sociale per i quali il circolo ricreativo si era caratterizzato fin dalla sua nascita.
3. Terra e potere civico
Il quadro delle condizioni sociali ed economiche di Reggio Emilia nel periodo postunitario ripropone i limiti strutturali comuni a gran parte del neocostituito Regno unitario: la sopravvivenza di un sistema economico imperniato su un'agricoltura con bassa commercializzazione, arretratezza capitalistica e scarso sviluppo tecnico,73) andava di pari passo con il mante­nimento di una gerarchia sociale costruita sull'egemonia della élite fondiaria locale.74) In particolare, il predominio del modello della mezzadria,75) a prescindere dal problema dell'effettiva resa economica, risultava indubbia­mente redditizio per la capacità di alimentare gli aspetti di soggezione padronale nei confronti dei ceti subalterni.
Tuttavia, indipendentemente dai rapporti di forza insiti nella gerarchia sociale, nell'ambito istituzionale il rapporto dei ceti proprietari con il tessuto cittadino risultava mediato dalla formalizzazione dello sviluppo della scienza
71) Se nel 1886 si era costituita l'Associazione fra Industriali, Commercianti ed eser­centi, il 1888 aveva visto organizzarsi un'altra fetta di società civile grazie alla nascita dell'As­sociazione degli impiegati civili (JLltalia Centrale, 17 novembre 1888); entrambi le associa­zioni, nel distinguersi subito per l'impronta radicaleggiar te ed antiliberale, contribuirono in modo determinante alla sconfitta del moderatismo reggiano. Allo stesso tempo il boom del fenomeno associativo a carattere ricreativo, culturale, sportivo, politico, testimoniato dalla nascita, ad esempio, del circolo di lettura, della società filarmonica e del club alpino italiano, colloca il caso reggiano sulla stessa lunghezza d'onda di altre medie e grandi città italiane. Cfr. D.L. CAGLIon, Circoli, società e accademie nella Napoli postunitaria, in Meridiana, n. 22-23, 1995, pp. 19-38,
73 La Società del Casino, ci spiace dovedo dire, è mantenuta in vita da una forza d'inerzia che ebbe origine da una viva e fulgida forza passata e che presentemente va lentamente estinguendosi per effetto di una costante forza ripulsiva {Sulprogetto per l'istitu­zione di un circolo, in L'Italia Centrale, 17 maggio 1900).
73) G.L. BASINI, Uindustrializpone di una provincia contadina cit., pp. 57-58.
?*) Anche sul ruolo dcY élite fondiaria italiana nell'età liberale esiste un vasto dibattito di cui non è possibile in questa sede fornire il quadro; si rinvia pertanto per i necessari riferimenti bibliografici ad P. BEVILACQUA (a cura di), Storia dell'agricoltura italiana in età contemporanea, 3 voli, Venezia, Marsilio, 1989-1991.
75) La mezzadria era il contratto tipico delle zone agricole della provincia, mentre l'affittanza coltivatrice interessava maggiormente la pianura così come la conduzione diretta la montagna dove la proprietà era più frazionata cfr. G.L. BASINI, L'industrializzatone di una provincia contadina cit, pp. 14-20.