Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storia politica. Secolo XIX
anno
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1997
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pagina
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475
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Crispì e le elezioni amministrative del 1889 475
Essendo quasi eguale in municipio a Padova la rappresentanza dei due partiti, fu tentata un giunta di conciliazione, che in seguito a dissidi insorti presentò le proprie dimissioni; e dopo vari tentativi fatti, soltanto pochi giorni orsono, venne eletta una giunta esclusivamente moderata con un numero però di voti, che raggiunge appena la metà dei consiglieri assegnati al comune.
In questo fatto si ebbe una nuova conferma dello spirito intransigente del partito moderato in questa città, giacché, pur essendo in numero di pochissimo superiore a quello progressista, non volle lasciare ad esso una proporzionale rappresentanza nella giunta municipale. Il partito clericale, sebbene compatto ed organizzato in tutta la provincia, fu interamente sconfitto, ad eccezione in due o tre comuni del distretto di Este, e in alcuni di quello di Padova, ove esso ebbe sempre un'incontestata prevalenza. Così pure il partito radicale riuscì predominante in un solo comune, ove lo era anche prima delle elezioni; ed in altri pochi comuni, ove riuscì ad occupare qualche seggio, lo ottenne in numero cosi esiguo da non meritare alcuna attenzione.
Il numero degli elettori non fu generalmente numerosissimo [54,48], quale si doveva attendere specialmente dagli elettori nuovi, che da tanto tempo reclamavano questo diritto; però ad ogni modo esso fu sufficiente.
Dopo la lunga disamina Saladini passa a studiare gli effetti sul più rilevante terreno politico: non v'ha dubbio che le elezioni generali amministrative avranno servito come ottima preparazione per le future elezioni politiche, perché i partiti poterono addestrarsi alle lotte, ed ebbero modo di valutare le proprie forze. E su queste forze, per il carattere stesso di questa popolazione molto deferente ed ossequiente all'autorità, non difficile riuscirà che il governo possa aver maggiore predominio che per lo passato, sì da impedire loro di disciplinarsi in senso ostile, purché più forte, più autorevole e a preferenza di chiunque altro più ascoltato e secondato di prima nelle sue proposte sia il locale rappresentante del governo.
Misura quindi l'incidenza dei diversi partiti in campo, di quello monarchico costituzionale incontestabilmente preponderante, di quello progressista, ancora lontano dal poter combattere il partito moderato con probabilità di vittoria, del clericale non forte per se stesso, sebbene mirabilmente organizzato mercé l'opera del comitato diocesano inspirato e diretto dallo stesso Vescovo , del radicale, in crescita organizzativa grazie al deputato Marin e del socialista anarchico in crisi.20)
43) PALERMO:
Consìglio provinciale: 56 progressisti e moderati, 2 radicali e socialisti, 2 conservatori e clericali.
Consigli comunali: /recte Consiglieri] 1101 progressisti e moderati, 107 radicali e socialisti, 237 conservatori e clericali [ = 1.445].
Comuni 76 (12). Consiglieri effettivi1.570 (390).
Consiglio provinciale: 27 proprietari, 4 impiegati statali, 24 avvocati, 4 medici, 1
professore.
44) PARMA:
Consiglio provinciale: 25 progressisti [e] moderati, 13 radicali [e] socialisti, 2 conservatori [e] clericali*
2> Ivi, b. 15, fase. 42, Padova, s. fase. 8.