Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storiografia. Secolo XIX
anno
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1997
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Carlo M. Fiorentino
bisco, ma che non accetterei in alcun costo. Qualunque cosa possa far io per procurar questo piacere non hai che a mandarmi le carte che io le firmerò subito, e siccome io credo che la emancipazione sia necessaria, o almeno può esser dubbia anche nel tuo caso, cosi lo farò subito onde evitare ogni possibile difficoltà; circa la possidenza non ho alcuna difficoltà anche su ciò di fare qualunque atto per darti un censo di [scudi] 3.000; mandami le carte necessarie ed io ciecamente le firmerò; più di ciò non posso dirti per mostrare sempre il desiderio che ho di farti cosa grata; se poi sarai eletto ciò è sempre cosa dubbia, tome sarebbe molto onorevole per te una doppia elezione, ma vedrai che molte brighe e mene si faranno, e molte ambizioni scapperanno fuori w.40)
Sfortunatamente per noi, non si sono conservate le lettere di Vincenzo a Luigi del periodo che va dal 31 marzo 1848 al 17 gennaio dell'anno successivo, periodo in cui questi lasciò Spoleto per partecipare attivamente alla guerra d'indipendenza. In una lettera del 1 marzo 1849 Vincenzo comunicava al figlio di aver dato da qualche giorno le dimissioni dalla carica di consigliere comunale di Roma che ricopriva dal 1847.41)
Le ultime lettere pubblicate nel terzo volume del carteggio riguardano l'assedio di Roma da parte dei francesi e i primi scontri. Il 6 maggio Vincenzo scriveva al figlio:
Mìo Carissimo Gigi, Non ho mancato di scriverti ogni giorno appunto per farti avere le mie notizie e quelle di tutti noi che grazie a Dio sono ottime. Circa i fatti avvenuti è inutile il parlarne non conoscendoli nei dettagli. Addio mio carissimo, ti abbraccio con tutto il cuore, ti benedico con il massimo affetto, e pieno di tenerezza mi segno Tuo affe-zionatissimo Padre ed Amico .49
Come si può scorgere anche da questa lettera che chiude il terzo volume del carteggio, prevaleva negl'animo di Vincenzo, quasi a dispetto dei drammatici avvenimenti di cui era testimone, l'amore paterno nei confronti del primogenito. Tuttavia saranno proprio le vicende storiche e le scelte politiche di Luigi in senso decisamente ostile a Pio IX e in favore della democrazia, a costituire la maggiore fonte di amarezza di Vincenzo negli ultimi anni della sua vita.
La corrispondenza di Vincenzo con il figlio, dopo un vuoto di oltre un anno, riprende con la fine della Repubblica Romana nel luglio 1849, quando Luigi è costretto a condividere con altri patrioti la via dell'esilio.
-*") Ivi, p. 1571. *)2to, p. 1590. 3 Ivi, p. 1602.