Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storiografia. Secolo XIX
anno <1997>   pagina <560>
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560 Libri e periodici
nessa ai tentativi di natura politica e sociale di definire un'autocoscienza tedesca. Uno degli obiettivi della storiografia fu la (ri)costruzione e/o difesa di un'identità, ovvero la tutela della continuità nazionale.
Fondamentale fu poi il tentativo, dinanzi alle frammentazioni politico-culturali spiegabili con l'aiuto della storia, di contribuire all'integrazione nazionale all'interno e al mantenimento della potenza all'esterno. Non di rado essa si ispirò a determinati modelli di ordinamento politico, nei quali era centrale l'idea di uno Stato forte, ma anche quella di diseguaglianza sociale.
Evidente è anche il fatto che il quadro degli sviluppi storici delle altre na­zioni rimase spesso singolarmente schematico, talora persino astorico. A volte la peculiarità fu postulata in modo assiomatico piuttosto che dimostrata. La prospet­tiva verticale, limitata alla storia nazionale, si impose nettamente su quella oriz­zontale, comparativa. Ciò vale anche per la concezione critica di uno sviluppo peculiare tedesco elaborata dopo la seconda guerra mondiale.
Protagonisti della vita politica e culturale del Paese a partire dall'alba del­l'Ottocento, gli storici svolsero una funzione centrale nel definire non solamente gli indirizzi ideali, ma altresì gli orientamenti pratici di settori significativi dell'opi­nione pubblica e degli ambienti di governo in periodi decisivi quali i decenni della formazione dello Stato nazionale, gli anni dei contrasti fra le potenze imperialisti­che sullo scorcio del secolo, il breve periodo di apprendistato democratico della Repubblica di Weimar.
Gli scritti contenuti nel presente volume mettono a fuoco, da vari punti di vista, le modalità di formazione e di articolazione della cultura politica di diverse generazioni di storici e le loro ripercussioni sullo sviluppo della disciplina, e forni­scono al lettore italiano una panoramica dello stato degli studi su un tema che da oltre due lustri costituisce uno tra i filoni più rilevanti della storiografia (non solo) tedesca: Lorenzo Riberi, Introduzione. Due secoli di professori politici in Germania, pp. 9-32; Jùrgen Kocka, Stato autoritario e configuratone borghese. Per la storia della borghesia tedesca nell'Ottocento, pp. 33-49; Dieter Langewiesche, Èeich, nasone e stato nella moder­na storia tedesca, pp. 51-92; Rùdiger vom Bruch, Orientamene metodologia e opponi po­litiche degli storia tedeschi dall'impero alla repubblica di Weimar, pp 93-111; Wolfgang J. Mommsen, Uà idea tedesca di libertà. Gli storici tedeschi e il modello del costituzionalismo monarchico nella Germania imperiale, pp. 113-138; Peter Th. Walther, GH storici tedeschi durante il nazismo e nell'emigrazione: note per un bilancio, pp. 139-150; Ernst Schulin, Continuità e rottura nella storiografia tedesca dopo il 1945, pp. 151-172; Klaus Tenfelde, ha storiografia del movimento operaio riflessa nella storia della società tedesca del XIX e XX secolo, pp. 173-192; Gustavo Comi, Nobili, grandi proprietari e contadini nella storiografìa tedesca, pp. 193-215; Bemd Faulenbach, (Ri)costruzjone di identità per mezp della storia? Sul rapporto tra storiografia e cultura politica in Germania, pp. 217-237.
ti volume, che raccoglie gli atti del convegno sul medesimo argomento, ce­lebrato a Torino il 2-3 marzo 1991 per iniziativa dell'Istituto di studi storici Gae­tano Salvemini, con la collaborazione del Goethe-Institut del capoluogo pede­montano e della Friedrich-Ebert-S tiftung, è corredato di un puntuale Ìndice dei nomi, oggi sempre più raro in questo genere di pubblicazioni, dunque tanto più apprezzabile.
CLAUDIO SPIRONEU.I