Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Risorgimento. Storiografia. Secolo XX
anno <1998>   pagina <7>
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II Risorgimento nel dibattito contemporaneo 7
dalla mera politica e dall'ideologia ha consentito di passare all'analisi delle strutture e dei processi economico-sociali, che offrono sul terreno tecnico una base d'incontro non certo esauriente ma controllabile con strumenti più adeguati di quelli che si adoperano nelle mere controversie di carattere generale. E anche nelle valutazioni di carattere generale si sono fatti strada alcuni concetti largamente accettati. Ben pochi ormai sostengono che la storia del Risorgimento e dell'Italia unita è caratterizzata in misura preva­lente dall'impegno di una classe dirigente reazionaria nello sforzo di sbarrare il cammino del paese sulla via della modernità e del progresso. Che il problema di chi studia la storia d'Italia sia quello di capire i processi che hanno fatto dell'Italia odierna un paese così diverso da quello di cento o centocinquant'anni fa, è diventato un concetto operativo e fecondo, e non più solo una espressione retorica subito disattesa nel concreto della rico­struzione storica. Molte cose sono oggi pacifiche; e anche quando non si può parlare di consenso intero e compiuto, il margine del dissenso appare più contenuto, e dominabile su basi più razionali e intellettualmente più serie. L'unilaterale pessimismo e le non meno unilaterali apologie del buon tempo antico sembrano in gran parte superati in una visione che riconosce come l'Italia in un secolo abbia progredito, come nei suoi confini si sia venuta costruendo una moderna società industriale, come, nonostante i tanti problemi e le tante debolezze della nuova struttura sociale, siano migliorati il livello d'istruzione e il livello di vita, grandi centri di vita moderna siano sorti nelle antiche città italiane ecc.
A questa valutazione si sottrae però la ricostruzione generale delle vi­cende risorgimentali affidata, per la Storia dita Ha Einaudi, a Stuart J. Woolf, da parte di un editore alla ricerca di dimensioni e qualificazioni internazio­nali al punto da affidare a uno studioso non italiano (e la cosa non ha mancato di suscitare qualche stupore presso recensori anch'essi di naziona­lità britannica) proprio il periodo più propriamente nazionale della storia della penisola (il lavoro del Woolf è poi apparso in due volumi col titolo II Risorgimento italiano). Ma non si può evitare la considerazione che si tratta di un'opera irrimediabilmente invecchiata già all'atto della sua pubblicazione proprio per l'unilaterale insistenza sui temi polemici caratteristici negli studi di qualche decennio fa ma ormai caduti, come si è detto, in desuetudine: l'atto politico dell'unificazione non provocò, secondo Woolf , alcun mutamento immediato nei rapporti tra le classi sociali in Italia. Le trasfor­mazioni sociali sono per loro natura più lente che le decisioni politiche, a meno che queste ultime abbiano lo scopo preciso di incoraggiare una rivoluzione sociale.4) Il distacco dello Stato dalla società civile fii la carat-
<) STUART J. WOOLF, The Italia 'Risorgimento, London, Longmans, 1969; ID., La storia politica t soàalt, in Storia d'Italia, voi. Ili: Dal primo Settecento all'Unità, Torino, Einaudi, 1973, pp. 3-508; ID., Il Risorgimento italiano, 2 voli., Torino, Piccola Biblioteca Einaudi, 1981. La citazione è nel voi II, pp. 704-705.