Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Risorgimento. Storiografia. Secolo XX
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1998
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Rosario Romeo
rivalutare soprattutto il valore critico che nei confronti dello sviluppo reale assume l'alternativa disegnata a suo tempo dalla polemica liberista.10) Ma l'adesione ch'egli fa alle tesi liberiste come indicazioni politiche atte a superare la gravità della questione sociale nell'Italia della seconda metà dell'Ottocento è gravemente infirmata dalla rinuncia a misurarne la validità non solo sul piano degli effetti concreti,11) dove esse non ebbero mai a cimentarsi, ma anche sul terreno della discussione politico-economica, col risultato di ridurre assai l'incisività della tesi anche sul piano dell'esposizione storico-critica*
Di segno opposto il lavoro di Guido Pescosolido su Stato e società 1870-1898, che è parte della Storia dell'Italia contemporanea diretta da Renzo De Felice12) e rappresenta il primo tentativo di una ricostruzione organica del periodo incentrata sui problemi dello sviluppo economico identificati nel corso della polemica condotta per vari anni contro le tesi gramsciane. L'opera, da tale punto di vista, va assai oltre i limiti della definizione manualistica nella quale si potrebbe essere indotti a restringerla muovendo dai caratteri generali della serie a cui appartiene, e merita invece di essere giudicata anche alla luce degli sviluppi che una impostazione di questo tipo potrebbe avere sul piano più generale della storia politica e civile dell'Italia unita. A tale impostazione si riallaccia anche la nuova trattazione di Alfredo Capone, dedicata a Destra e Sinistra da Cavour a Crispi,n) nella parte dedicata alla analisi dei processi che condussero alla dipendenza interna del Mezzogiorno nel quadro dello Stato unitario. L'analisi del Capone, assai sensibile ai temi e alle esigenze specifiche della società civile e in particolare di quella meridionale nei confronti dello Stato unitario, è tuttavia notevole soprattutto per questo aspetto, che, come vedremo, si riallaccia agli incipienti tentativi di meglio scorgere i rapporti fra etnie locali e vita nazionale emersi negli ultimi anni soprattutto ad opera di antropologi e linguisti.
In relazione alla presenza, anche se di ridotta importanza, che il pensiero gramsciano continua ad avere negli studi risorgimentali, non potrà tacersi il riferimento a qualcuna almeno delle più significative posizioni che di recente si sono registrate su questo terreno. Giuseppe Galasso ha continuato per suo conto a insistere nella sua solitaria valutazione di Gramsci come interprete del Risorgimento sul piano storico, non discosto dalle posizioni della storiografìa liberale, non autore di un nuovo processo al
io) ROBERTO VIVASELO, 11. fallimento del liberalismo. Studi sulle origini del fascismo, Bologna, Il Mulino, 1981, pp. 11-13.
") Ivi, p. 175.
ty Napoli, Edizioni Scieniificlic Italiane, 1976.
9 ALFREDO CAPONE, Destra e Sinistra da Cavour a Càspi, Torino, UTET, 1981.