Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Risorgimento. Storiografia. Secolo XX
anno <1998>   pagina <11>
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Il Risorgimento nel dibattito contemporaneo
Risorgimento ma attento a ricercare nel passato le radici storiche di alcuni nodi della successiva vita italiana. Che, comunque, questo atteggiamento si risolva in imputazioni che il pensatore sardo rivolge ai moderati e ai democratici del Risorgimento è anche riconosciuto da Galasso; il quale anzi ricorda che alla borghesia italiana Gramsci rimprovera di aver limitato lo stesso sviluppo capitalistico del paese, venendo dunque meno a quello che, per un marxista come Gramsci, era il compito storico essenziale della borghesia.14) Come d'altronde Galasso possa sfuggire alla constatazione che la critica gramsciana si impernia sulla discussione del momento culminante del Risorgimento nel 1860 e non sui rapporti politici esistenti nello Stato unitario, è difficile capire. Non è difficile, invece, comprendere come questa posizione del valentissimo studioso napoletano sia rimasta anche adesso solitaria e praticamente priva di echi, come già era accaduto al tempo della sua prima formulazione.15) Invece, una critica assai pertinente è stata svolta nei confronti delle tesi gramsciane da Luciano Cafagna, che pure a suo tempo aveva preso in seria considerazione l'ipotesi della rivoluzione agraria mancata. Richiamandosi a un trascurato saggio di Francesco Saverio Merlino, L'Italie ielle quelle est,16) Cafagna ha messo in rilievo che la tesi gramsciana non tiene conto di un oggettivo contrasto fra la borghesia italiana, affamata di terra, e i contadini, che su questo terreno apparivano i suoi più pericolosi concorrenti.17) Ma soprattutto il saggio del Cafagna è meritevole di attenzione per gli sviluppi che esso consente in relazione al dibattito sul Risorgimento italiano come rivoluzione borghese. Cafagna osserva che difficilmente si può osservare una precisa coincidenza fra un processo sociale qual è la rivoluzione borghese e un qualsiasi processo politico. E, più in particolare, egli mette in discussione, riferendosi particolarmente a Lefebvre, come questo concetto, e la connessa derivazione di una rivoluzione agraria quale parte integrante della rivoluzione borghese, non sia sostenibile neppure nell'ambito della storia della Francia rivoluzionaria. In realtà non vi fu scrive Cafagna , come fatto consistente, una politica agraria dei giacobini Questo è un mito creato da Gramsci Al massimo i giacobini tentarono dì arrestare un processo di sopraffazione della borghesia sui contadini, con scarsi risultati, salvo (forse) quello di mettere le basi per un 'compromesso' al riguardo. In ogni caso, se questa fu la realtà del rapporto borghesia-contadini in una Francia in cui la borghesia era ben altrimenti diversificata
M> GIUSEPPE GALASSO, La storiografia, in Grandi problemi cit, pp. 362-366.
'5) G. GALASSO, Croce, Gramsci e altri storici, Milano, 11 Saggiatore, 1969; 2 edizione ampliata, Milano, Il Saggiatore, 1978,
lef FRANCESCO SAVERIO MERLINO, L'Italie tette quelle est, Paris, 1890.
,7) L. CAFAGNA, Sviluppo economico cit, p. 403.