Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Risorgimento. Storiografia. Secolo XX
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1998
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// Risorgimento nel dibattito contemporaneo 15
esaurito, dall'appartenenza dell'Italia unita, in gran parte, all'era statistica, per la quale sono disponibili, su questi aspetti, dati ufficiali abbastanza attendibili e discretamente abbondanti Ma per l'età del vero e proprio Risorgimento questi sussidi mancano in gran parte ed è compito della ricerca storica costituirli. La grande impresa defl' Archivio economico dell'unificazione, portata avanti per alcuni anni con esiti di vario livello, è ormai sospesa; e d'altronde l'indagine dovrebbe ora estendersi a settori non contemplati in quel progetto. Consumi alimentari, sanità, istruzione hanno già dato luogo per il periodo anteriore all'Unità a ricerche importanti: ma esse mancano tuttora per molte città e regioni.
Interrogativi di grande rilievo si pongono, inoltre, sulla vita e la cultura delle classi popolari prima dell'unificazione. Per molto tempo la scarsezza e la difficile accessibilità della documentazione scritta utilizzabile a questo fine in gran parte inedita, e sparsa in archivi privati in misura spesso ridottissima in rapporto all'insieme del materiale ha costituito una barriera praticamente invalicabile per gli studi su questi temi. Ma negli ultimi anni nuovi metodi antropologici hanno fatto la loro comparsa per lo studio nella cultura popolare nei secoli dell'età moderna, e qualche esperimento si comincia a farne anche per il secolo XIX. Pensiamo, per fare solo qualche esempio, alle ricerche coordinate da Giuseppe Galasso e Carla Russo per il Regno di Napoli e alle indagini avviate da Gabriele De Rosa sulla parrocchia e la religiosità popolare nel Veneto e nel Mezzogiorno. Indagini come queste vanno associate a quelle che i linguisti, dopo la Storia linguistica dell'Italia unita del De Mauro, e sulla spinta dei nuovi regionalismi, conducono da tempo per la identificazione, a livello dei fenomeni linguistici, delle microetnie esistenti nell'ambito della megaetnia nazionale. L'interesse di tali ricerche per la vita sociale delle classi che si usava dire subalterne è di tutta evidenza: ma esse potranno contribuire a meglio identificare anche i loro atteggiamenti davanti al processo politico dell'unificazione e al nuovo Stato. In tal modo si coglierà meglio la dimensione concreta del problema rappresentato dall'opposizione cattolica e risulteranno più chiari anche i rapporti tra forze risorgimentali e strati popolari che, anche quando chiamati a servire nelle file dell'esercito piemontese per la seconda guerra d'indipendenza, non erano ben persuasi, dice un osservatore contemporaneo, che il Piemonte fosse in Italia.
Studi come questi hanno spesso una ispirazione antinazionale e populista che chi scrive non si sente affatto di condividere, non avendo abbandonato il convincimento che la risoluzione degli staterelli preunitari nel grande Stato nazionale e l'innalzamento dal dialetto alla lingua, prima scritta e poi parlata, rappresentarono un decisivo progresso nella vita collettiva e