Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Epistolari. Secolo XIX
anno
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1998
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Sergio La Sa/via
unitario è largamente dentro il partito democratico, prima in sfida con la Società Nattfonaie, la cui funzione apparirà vieppiù menomata dalla perdita di un fondamentale riferimento nell'azione governativa cavouriana, e poi in una difficile e contrastata solitudine. Tutto questo però non sarà chiarito se non ricostruendo le trame, nel senso degli intrecci, del movimento organizzato della democrazia, e dunque senza disporre di una nuova documentazione, finora trascurata per ragioni anche occasionali, come le illeggibili grafie, ma non solo e non certo solo occasionali. Questo carattere di organismi di massa collegati alla azione di partito conferisce al movimento associativo un carattere profondamente diverso, anzitutto più popolare, rispetto a quello che assumerà nei decenni successivi E d'altronde come intendere lo sviluppo degli studi sulla sociabilità, che hanno avuto in Francia la loro patria di elezione, senza quel profondo lavoro di aratura che nel corso di due secoli ha nutrito contrapposte passioni nel giudizio, non nell'opera di documentazione, sull'evento sociale centrale che fu la grande rivoluzione? E la costruzione dello stato unitario non fu l'evento sociale centrale della storia del nostro XIX secolo? Non intendo riproporre improbabili confronti di manzoniana memoria, tuttavia quella, e solo quella, fu la rivo/unione della nostra storia. E se fu essenzialmente una rivoluzione politica non dimeno essa ebbe immense conseguenze sul piano sociale.
Ma veniamo alla sostanza, cioè alle lettere qui pubblicate. Esse, mi auguro, contribuiranno a dare un quadro meno generico del primo periodo di attività politica di Pian ciani in Umbria,?) restituendogli innanzitutto il ruolo di capo riconosciuto del partito democratico in quel territorio. Esse provengono da due fondi distinti, il primo conservato presso l'Archivio del Museo
*) Distinzione chiarissima in G. Mosse nel suo studio ormai classico sulla nazionalizzazione delle masse, ma trascurata dai suoi numerosi e pedissequi seguaci. Valga per tutti l'esempio del tiro a segno, le cui deux naissances del 1861 (in realtà risalente agli inizi degli anni '50) e del 1882 si inseriscono in ambiti politico-culturali, più ancora che temporali, diversi, esprimenti istanze di sociabilità profondamente mutate, cosa che non mi par colta da G. PECOUT, Les societés de tir Hans l'Italie unifiée de la seconde moitié du XDC siede, estratto da Màlanges de l'ecole jrancaise de Rome, t 102 (1990), 2.
9> Del tutto insufficiente e generico a volte impreciso G. 8. FURIOZZI, Luigi Pianciani e l'Umbria dopo l'unità, Perugia, Benucci editore, 1992. In appendice le Lettere Umbre, apparse anonime su La Nuova Europa, ma di Pianciani. Il Furiozzi comunque non ne giustifica l'attribuzione. Sul contributo del Mazzonis alla biografia piancianina di questa fase si è detto (efir. n. 4), mentre V. P. GASTALDI, Alla scoperta di Luigi Pianciani (con documenti inediti), apparso in Studi in onore di Luigi Firpo, cura di S. ROTA GHIB ALIDI e F. B ARCI A, contribuisce a chiarire un momento importante di questa biografìa nel 1860: i rapporti con Bertani e il ruolo di Pianciani nel movimento garibaldino di quell'anno. L'ultima lettera di Pianciani a Bertani ivi presentata, dell'I 1 ottobre 1861, si inserisce invece in tutt'altro contesto, ed esprime l'avversione dello spoletino ad un movimento nello stato romano, cui lavorava Bedani II contrasto lacerò l'Associazione dei Comitati di Provvedimento e, oltre quanto emergerà dalle lettere qui pubblicate, di ciò si dirà più dettagliatamente altrove.