Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Epistolari. Secolo XIX
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1998
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LH Piancìani: contributo all'epistolario
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Centra/e del Rìsorgmento in Roma, dove sono confluite in gran parte le carte di Federico Beilazzi che diresse il Comitato Centrale di Provvedimento per Roma e Venera dopo il ritiro di Bertani da quell'organismo; il secondo invece custodito presso la Domus mazziniana di Pisa, ove si trova l'importante archivio di Giuseppe Dolfi, una delle più distinte personalità della democrazia nazionale e infaticabile organizzatore del movimento in Toscana. I due blocchi di lettere hanno carattere molto diverso, non solo per l'ovvia ragione che esprimono due distinte fasi della storia della sinistra, ma perché scritte per esigenze assai diverse: infatti le lettere a Beilazzi si inseriscono in un ambito di impegno politico del tutto legale, riferito alle difficoltà e ai problemi che sorgono dalla quotidiana fatica per dar vita all'organizzazione e per farla agire. Quelle a Dolfi invece sono la testimonianza di un lavoro in gran parte segreto, volto a creare a Roma un forte riferimento interno all'iniziativa della sinistra italiana, scritte per evitare ogni intellegibilità ad occhi esterni e su foglietti di carta molto fina perché, di norma, debbono giungere a destinazione non attraverso canali postali pubblici, e quindi debbono essere facilmente occultabili. Siamo in un momento politico tutt'altro che facile per il partito, costretto ad operare negli scarsi margini di legalità in cui è posto dalle normative restrittive sulla libertà di associazione varate dalle autorità dopo Aspromonte.10) Questo fa si che lo stile dei due gruppi di lettere appaia tanto diverso: quello a Beilazzi più discorsivo ed ampio, lascia intravedere il grande ruolo che Piancdani svolse anche sul piano nazionale per Assodatone dei Comitati di Provvedimento per Roma e Venera; l'altro è invece più rapido e tuttavia anche in questo caso non mancano illuminanti riflessioni, quelle rivolte a giudicare il risultato del lavoro svolto e soprattutto a riaffermare il profondo convincimento pian-cianino sulla necessità ed efficacia dell'organizzazione quale mezzo per ottenere successo nell'azione politica. E le ultime due lettere di questo blocco ci danno ulteriore conferma della centralità di questo motivo nel pensiero di Pianciani, mostrandocelo ancora una volta protagonista di spicco di quella Associazione Elettorale Italiana promossa da Giuseppe Ricciardi, che costituì altra tappa significativa nella evoluzione politica dei democratici nell'età della Destra. Le lettere a Beilazzi mostrano le prime prove per centralizzare e organizzare il movimento sorto rapidamente sul terreno dissodato già da Bertani nel 1860. In questo senso esse sono la conferma di oggettive difficoltà, ma anche di quella pratica politica che sarà poi rimproverata tutta alla incapacità e inadeguatezza del lavoro di direzione svolto da Beilazzi. Infatti proprio alla origine del processo costitutivo di organismi politici coordinati sul piano nazionale intomo a opzioni pro-
I0) Su questo aspetto rinvìo al mio La rivolutone e i partiti. La democrazia nazionale mila erisi dell'unità italiana, di imminente pubblicazione.