Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Epistolari. Secolo XIX
anno <1998>   pagina <22>
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Sergio La Sa/via
grammatiche tanto impegnative quanto largamente condivise nell'opinione italiana, nella quale si riassumeva il Paese moderno, la costruzione del partito democratico non poteva proporsi se non in modo fortemente eccentrico rispetto al livello istituzionale,11) specie in assenza di una dire­zione politico-parlamentare carismatica. Garibaldi era più un simbolo ambiguo che l'interprete carismatico di una linea politica, originando un contesto in cui la costruzione del partito seguiva tracciati lineari, ma di natura pre­politica. Perciò è illuminante Fammissione di Pianciani: Mi sono valso in comitati fatti e da farsi, di uomini e di donne, di relazione di amicizia, di famiglia, d'interessi [.].12) Dunque applicando su scala nazionale questo stesso criterio Bellazzi non ebbe particolari colpe, le quali furono semmai di ben altra natura, tali da mettere in crisi la prima associazione nazionale del movimento democratico italiano.13)
Luigi Pianciani rientrò nella sua città dopo un lungo esilio a distanza di una settimana dal movimentato ballottaggio definitivo svoltosi per il collegio spoletino tra lui e il non illustre candidato governativo, Luciano Scarabelli, professore a Milano.14) Era il 21 aprile del 1861.1S)
Allora Pianciani, come chiarisce la prima lettera qui edita, era già en­trato in rapporto epistolare con Bellazzi, che a Genova aveva assunto dal 1 ottobre 1860 la gestione della Cassa Centrale. È probabile che in precedenza ne avesse fatto una conoscenza personale, considerato che quest'ultimo era già membro dell'ufficio della Cassa quando tra luglio e agosto lo spoletino aveva lavorato d'intesa con Bertani alla preparazione della spedizione desti­nata a raccogliersi al Golfo Aranci, prima di far rotta, come tutto avrebbe fatto prevedere, sulla costa romana.16) Si noterà tuttavia che solo molto più
) Su ciò cfr. M. DUVERGER, Lespartìspolitiques, Paris, Colin, 1951.
,2) Cfr. infra la lettera del 20 agosto 1861.
**)' Tratterò più ampiamente questo stesso tema, sul quale si giocò una parte non irri­levante della polemica contro Bellazzi nella crisi che accompagnò tra agosto e dicembre il movimento dei Comitati di Provvedimento per Roma e Venera nel mio imminente La rivo/unione e ipartiti.
ì4> Tornerò in un successivo intervento sulle campagne elettorali del 1861, in cui Pianciani fu sconfitto, e del 1865, nella quale risultò invece eletto. Su quella del 1867 sempre nel collegio spoletino, cfr, F. MAZZONIS, Le eledoni politiche a Spoleto nel 1867. Il deputato Paolo di Campetto, Spoleto, Ed. dell'Ente Rocca di Spoleto, 1982.
*9 G. SANTORELLl, La presa di Spoleto (17 settembre 1860) e il rimpatrio del patriota pro­scritto Luigi Pianciani (21 aprile 1861), Spoleto, 1910, pp. 30-33.
,fi) La spedizione, come è noto, fu poi dirottata verso la Sicilia, ove una volta giunta, Pianciani la abbandonò dando la sua dimissione. Sull'opera del colonnello Pianciani e stille direttive ricevute da Bertani cfr. V.P. GASTALDI, op, cit.t alle pp. 454-460. Scrivendo poi a Bertani il 29 dicembre Pianciani inviava i saluti a [..,] Brambilla, Bellazzi e gli altri amici (...), ivi, p. 464.