Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Epistolari. Secolo XIX
anno <1998>   pagina <23>
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L. Pianciani: contributo all'epistolario 23
tardi, e dopo un loro incontro stavolta documentabile, in ottobre, tra i due inizia un rapporto più familiare, e si passa dall'uso del lei, al voi e al più diretto tu.17) Ma è noto che all'assemblea da cui nacque XAssociamone 'Eman­cipatrice Italiana nel marzo del 1862, Pianciani ormai aveva maturato un giudizio poco benevolo verso Bellazzi, avvicinandosi alle posizioni berta-niane.18) Comunque, tralasciando Ì personali rapporti tra Bellazzi e Pianciani, quest'ultimo non appena giunto nella sua città fu subito preso dal lavoro di promozione dei Comitati anche se la sua lettera del 4 maggio 1861 fa capire che egli non ha ricevuto ancora alcun incarico formale. Ma fino ad allora nell'Umbria e nelle Marche l'organizzazione languiva, e Bellazzi aveva cercato di attivarla affidando i contatti esplorativi al noto Andrea Giannelli, che oltre a mancare di credito in quei territori, si rivelò poco efficace nel lavoro e troppo spinto dal punto di vista politico. Da allora le lettere mo­strano un crescente impegno dello spoletino nel lavoro organizzativo, che nei fatti andò ben oltre quanto qui è documentato, avendo Pianciani lavo­rato alla definizione di uno statuto della associazione, e soprattutto contri­buito ad una importante riforma della stessa in senso decentratore, a partire dalla riconosciuta impossibilità di governare un progetto nazionale attraverso un centro unico.1?) Ve infine un altro grosso tema politico che queste lettere segnalano, anche perché esso si era già posto nel 1860: quello dei rapporti con l'altra grande struttura organizzata del movimento popolare, vale a dire la Società Nazionale, rimasta senza riferimenti per la morte impre­vista e improvvisa del conte Cavour. Pianciani qui dà prova di realismo, anche se non privo di settarismo, di fronte alla ipotesi che si creassero le condizioni per una più stretta collaborazione, fino a forme di fusione, tra la società lafariniana e i Comitati di Provvedimento.
Le lettera a Dolfi documentano anch'esse innanzitutto una lunga con­suetudine politica, stavolta con uno degli esponenti più universalmente
'7> Cfc. infra le lettere dell'ottobre 1861.
l9 Pianciani, come si è detto, tra ottobre e dicembre appare fortemente legato alla posizione di Bellazzi, forse perche timoroso di veder vanificato l'assiduo lavoro organizzati­vo da lui svolto per la promozione dei Comitati di Provvedimento, e su ciò rinvio al già ricordato mio lavoro di prossima pubblicazione. R. COMPOSTO, 1 democratici dall'Unità ad Aspromonte, Firenze, Le Monnicr, 1967, ricorda che all'indomani dell'assemblea del 15 dicembre delle associazioni liberali italiani, Pianciani si mosse per richiedere a Garibaldi un intervento dirimente del conflitto esploso dentro la sinistra, p. 71, sostenendo ancora nell'as­semblea di marzo una mozione affinché sempre i Comitati confluissero ncll''Emancipatrice, p. 91. Del tutto fantasiosa la tesi di Cì.B. PURIOZZI, op. cit.t p. 21, secondo il quale Pianciani avrebbe chiesto lo scioglimento dei Comitati perché non proposti dal popolo.
,7> Lo statuto approntato da Pianciani è fondamentale a intendere la posizione politica piancianina od 1861 e la sua evoluzione. Lo pubblicherò in appendice alla ricerca su La rivoluzione e ì partiti, ove tratterò più diffusamente della costituzione di Comitati Subcentrali della Associazione dei Comitati di Provvedimento,