Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Epistolari. Secolo XIX
anno
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1998
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pagina
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25
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significativa, anzi è noto che in questo periodo si accentua la divaricazione tra sinistra filogovernativa e radicale, fu però strumento efficace nel coordinare la campagna elettorale del 1865 e all'origine del buon risultato conseguito dai candidati promossi dall'associazione. E proprio l'ultima lettera qui pubblicata segnale il primo dei problemi indicati, con quelle dimissioni di Dolfi che lasciano intendere un dissenso politico, purtroppo non illustrato ulteriormente da questa corrispondenza.
SIIRGIO LA SALVIA
LE LETTERE DI PIANCIANI A BELLAZZI
(Sono trentuno, conservate, come detto, in MCRR, 22, 2 da 1 a 12; 22, 3 da 1 a 12 e infine 22, 4 da 1 a 7. Nella loro pubblicatone si è conservato l'ordine archivistico, peraltro anch'esso fondato sul criterio cronologico. Quella che qui è la prima risulta collocata a 22, 2, 2, mentre quella che qui è la XII, è invece collocata come la 22, 2, 1, poiché l'incerta scrittura della data è stata probabilmente letta come se indicasse il 1851. Il contesto e l'indirio la attribuiscono invece senza equivoco al 1861. Sono state fatte solo le annotazioni essenziali alla iniellegibilìtà del testo, che è dato rigorosamente secondo l'autografo, salvo qualche intervento sulla punteggiatura)
I
Ginevra, 11 del 1860 [recte: 11 gennaio 1861]
aux delices 71 bis v Carissimo Bellazzt,
Perdonatemi se vi scrivo ancora una volta in proposito dello Zamperini; avrei diretto la mia lettera a Bertani se non temessi che egli fosse lontano da Genova, e sì tratta dì urgenza.
Come panni avervi sento altra volta, il nostro Zamperini ha molte cure e pochi mezzi per sostenere le spese che ha fatto per il Comitato. Ha dovuto far debiti, e voi sapete cosa siano i debiti per chi non è ricco; inquietudini continue e usure quando specialmente occorra ottenere dilazioni al pagamento. Ciò è avvenuto nel caso Zamperini, aspettando il rimborso da una settimana all'altra, aveva i suoi creditori alle coste (sic) ogni giorno, e ha dovuto fare non pochi sacrifizi perché aspettaselo. Consta a me che questo ritardo gli ha fatto spendere non meno di un centinaio di franchi. Ma tutto ciò è men male in confronto di quanto lo aspetta. I creditori, diffidenti per le promesse mancate, non vogliono dare più tempo; già
u) Sul caso Zamperini cfr. pure la lettera di Pianciani a Bertani del 24 novembre 1860, che segna la ripresa delle relazioni tra i due, in V. P. GASTALDI, op. cit.t pp. 461-463.