Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Epistolari. Secolo XIX
anno <1998>   pagina <30>
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30 Sergio La Salvia I
sono quei due influenti ed onesti, con più timori per condotta politica: potrebbero ritirarsi, non ingannare. Fate il piacere di inviare a loro qualche copia di quel­l'opuscolo sulla formazione dei comitati, con la lettera del Generale, il programma. Ho promesso loro che le avrebbero avute, e quelle date a me sono state tutte diramate.
I lafariniani fanno ostacolo, non combattono apertamente, calunniano e pro­vocano le autorità nascostamente. Sospetto inoltre che cerchino ingannarci introdu-cendosi nell'organizzazione, ed intanto organizzano i loro partigiani a setta carbo­nica.
Non ho ricevuto la lettera d'invito per Garofolo, ma questa è inutile almeno per il momento. Mi ha scritto a lungo per provarmi che non può accettare. Mi dispiace malgrado molti suoi difetti.
Non ho neppure ricevuto il regolamento dei Carabinieri, del quale mi dite, e che desidero molto.
Voi sapete che io non mi ricuso mai a nulla ove che si creda che ci possa es­sere di qualche utile al paese, ma non assumo incarichi se non che in condizioni nelle quali possa sperare almeno di riuscire. Nel caso per il quale mi parlate con­verrebbe indicare con precisione la regione nella quale io dovrei essere esclusiva­mente incaricato della organizzazione, prevenirne i comitati esistenti perché si mettessero a questo oggetto in corrispondenza con me, e per questo oggetto, del­l'organizzazione cioè, sarebbe necessario che voi con me solo corrispondeste. Sarebbe utilissimo avessi due righe particolari di Garibaldi, se in particolare si comprendessero le Marche nella regione.
Ora ad un affare particolare, ha Perseverati in una corrispondenza nel num(ero) del 17, credo ha attaccato me e i miei amici dicendo che avevamo gongolato alla notizia della morte e insultato alla memoria del conte Cavour. Ciò offende il mio carattere personale. Non vorrei nullameno rispondere, ma vi sarei tenutissimo se da un buon numero di giornali che corrispondono ad ogni vostro cenno, faceste dichiarare calunniosa quale è quella assertiva, aggiungendo che sono in grado di asserire che le prime parole pronunciate da Pianciani a quella notizia furono: Ho attaccato apertamente, quando ho creduto dover far ciò nell'interesse del Paese, l'uomo potente che sapeva rispondere che poteva vendicarsi. Taccio, e tacerò sempre avanti una tomba. Potrò discutere la politica, l'uomo non esiste più, ed oggi invece che non ho più a temere da lui le conseguenze, i rinnovamenti delli errori commessi, mi affretto a riconoscere e il bene che ha fatto, e la intelligenza, la superiorità che lo distinguevano.
Queste parole sono testualmente quelle che io ho pronunciate, ripetute in presenza di molti. I giornali possono fare le variazioni.
Un saluto alli amici, vogliate sempre bene al
Vostro
Sono scritte già e copiate quelle lettere sul partito clericale. Sto scrivendo la quinta, che spero l'ultima; l'avrete prestissimo.