Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Epistolari. Secolo XIX
anno <1998>   pagina <40>
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40 Serpo La Salvia
una persona adatta a sostenerlo. Perciò non dubitate del mio interessamento, ma non vi nascondo che occorrerà forse ancora del tempo per riuscirvi- Intanto si anderà avanti come si potrà. Credetemi sinceramente
Vostro5?)
XXIV
Torino, 11 ottobre 1861 Hotel Trombetta Amico carissimo,
dimani spero potere essere a Milano. Ho parlato qui con Cenni che divide pienamente il nostro modo di vedere sulla nota quistione. Egli ritiene di urgenza e Fatto in discorso, e il prevenire il Generale, che non crede approvi, ma è convinto disapproverà conoscendo il vero stato delle cose. Dice però non potersi far ciò per lettera, mal letta, poco calcolata; doversi invece andare di persona, e senza perdita di ternpo.5 Non vi sia grave una corsa a Caprera: pensate che si tratta di rendere un vero servigio al Paese, evitando una imprudenza che per le sue conseguenze avrebbe peso di delitto; di garantire l'onore del Generale, la convenienza, l'unione, l'avvenire del partito, e soprattutto del Paese dall'aggravamento dei mali che desumiamo oggi e dei quali la generalità chiamerebbe noi responsabili.
Amateli
Vostro57)
XXV
Torino, 15 ottobre 1861 Amico carissimo,
riscontrando il vostro num[ero] 6137 debbo dirvi che Macchi è a Milano presso un fratello malato gravemente. Tornerà qui dinnanzi a sera, se il fratello starà meglio. Io gli ho scritto subito, avvisandolo della vostra lettera, ma temo non possa tarsi in tempo. Perché non portate la riunione a venerdì a sera, meglio forse a sabato? Per parte mia non ho nessuna dificoltà per esservi, e debbo anzi ringra-
59 La lettera è autografa solo nella parola Vostro e nella firma.
56) Bcllazzi in ottobre si recò a Caprera per convincere Garibaldi a opporsi alla spedi­zione su Roma, auspicata dal gruppo toscano e da Bcrtani, preceduto però in ciò dai bcrtaniani.
57) Pianciani, convocato da Bellazzi, partì da Spoleto per coordinarsi con gli elementi contrari alla spedizione su Roma, come Mauro Macchi, Canzio, Baròli ed altri, e cercare di convincere i fautori del moto ad abbandonare la pericolosa idea. La lettera e le seguenti vanno lette in questo contesto, che assunse anche dimensioni drammatiche, poiché si pensò di inviare ai Comitati una circolare per dissociare l'organizzazione della spedizione. Ciò sarebbe equivalso a una pubblica denuncia.