Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Marche. Storia militare. Secolo XIX
anno <1998>   pagina <62>
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62 Michele Milioni
fondamentali di questa nuova era della storia delle Marche, del mondo nuovo in cui verrà catapultata a vivere la società marchigiana, mondo nuovo introdotto prepotentemente dalla battaglia di Castelfidardo.
Infatti, se gli storici non professionista, quali, ad esempio, Grillantim e Coltrìnari hanno inteso privilegiare nei loro studi la descrizione analitica, minuziosa dell'evento militare, della tattica e della strategia adottate dai condottieri degli eserciti contrapposti,2) gli storici che, per comodità di discorso, abbiamo definito professionisti, cioè accademici, Molinelli e Santa­relli soprattutto, e per una più recente generazione di studiosi marchigiani, Paola Magnarelli, questi storici, attenti invece a ricostruire soprattutto le linee di sviluppo della storia delle Marche dopo l'Unità nazionale,3) hanno per contro glissato, dandone quasi per scontata la conoscenza, sui caratteri primari della nuova epoca scaturiti dalle profonde, radicali trasformazioni indotte dall'esito della battaglia di Castelfidardo.
In altri termini e in definitiva, la storiografia marchigiana nel suo in­sieme ci ha ben poco illuminato sull'avvento del mondo nuovo nelle Mar­che, sulle Marche all'ingresso dell'età contemporanea, vale a dire sull'av­vento dello stato liberale nelle Marche,4) del suo atteggiarsi sul territorio, delle sue articolazioni istituzionali, del suo proporsi nel nostro contesto regionale come evento del tutto innovativo rispetto al passato e, dunque, ci si passi quello che per certi aspetti può apparire come un paradosso (ma non lo è), come un evento rivoluzionario.
Allora è un fatto che, al di là della più o meno enfatizzata portata dello scontro militare in sé modesto,5) è l'esito della battaglia di Castelfi­dardo che determina la fine di un mondo, di un certo ordinamento istitu-
9 CARLO GMLLANTINI, Storia di Osimo, 2 volL, Recanati, Tecnostampa, 1995, voi. I, pp. 393-399; MASSIMO COLHONARI, Osimo, fulcro dilla battaglia chiave, articolo a tutta pagina in Corriere Adriatico, 18 settembre 1992.
3) In presenza di una loro vasta produzione storiografica di carattere marchigiano e non, il riferimento specìfico è per R. MOLINELLI, Una città delle Marche dopo il 1860, Urbino, Argalia, 1971, 2" ed; per ENZO SANTARELLI, Le Marche dall'Unità al fascismo, Roma, Editori Riuniti, 1964, 1* ed.; per PAOLA MAGNARELLI, Società e politica dal 1860 a oggi, in Storia d'Italia - Le regioni dall'Unità a oggi. Le Marche, a cura di S. ANSELMI, Torino, Einaudi, 1987, pp. 121-205.
*) Il nesso tra contemporaneità marchigiana e stato liberale è reso esplicito solo da MICHELE POLVERARI, LO stato liberale nelle Marche. Il Commissario Valerio, Ancona, Bagaloni, 1978, p. 29.
5) A questo proposito, anzitutto GASPARE FINALI, Le Marche - Ricordante, Ancona, Mo­relli, 1897, p. 57, che cosi scriveva: se si dovesse badare soltanto al numero delle forze in conflitto, potrebbe chiamarsi combattimento o fatto d'armi, piuttosto che battaglia di Castelfi­dardo; e, per una assai più recente ma non dissimile lettura dell'avvenimento, C. GRULANTINI, op. cit., voi. I, pp. 398-399, che individuando soprattutto nell'esiguo numero dei combattenti caduti da ambo i versanti (88 da parte pontificia, 62 da parte piemontese) e coniugando quel dato ad altri relativi allo scontro, ne sottolinea anch'egli la scarsa rilevanza militare.