Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Marche. Storia militare. Secolo XIX
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1998
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Alle origini delle Marche contemporanee
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zionale che per secoli ha scandito e disciplinato la vita della società marchigiana; è la data della battaglia di Castelfidardo che, nel sancire il crollo dello Stato Pontificio e l'avvento dello Stato sabaudo, prima, ed unitario, italiano poi, nell'imporre il passaggio dal regime teocratico alla monarchia costituzionale, da un sistema politico illiberale ad un sistema politico liberale, assurge a momento di spartiacque e transito epocale ed introduce le Marche nella loro contemporaneità.
A questo punto appare, credo, in tutta evidenza come i termini stato liberale e contemporaneità marchigiana vengano a proporsi o in una sorta di equazione per cui l'avvento della contemporaneità marchigiana coincide appunto con l'avvento dello stato liberale, o nella logica del determinismo storico, del non eludibile rapporto tra causa ed effetto, per cui l'affermazione dello stato liberale non poteva che produrre l'effetto di introdurre le Marche nella loro contemporaneità.
Nell'uno o nell'altro caso non è questo il problema e, forse, è un falso problema la storia marchigiana postunitaria sino ai nostri giorni, mi pare dimostri che i due termini si leghino comunque naturalmente e indissolubilmente.
Questa considerazione o, meglio, questa convinzione, della quale si vuol rendere conto, riconduce inevitabilmente alla necessità di una pur sommaria analisi della costruzione dello stato liberale nelle Marche, analisi, come in precedenza si ricordava, in qualche modo quasi sottaciuta o appena accennata dalla storiografia marchigiana, analisi mirata a verificare la legittimità dell'asserito legame tra il di lui avvento e quello dell'età contemporanea nelle Marche.
Ma prima ancora di procedere a questa disamina, non sarà inopportuno rendere più esplicito il significato da attribuire all'idea e al termine di contemporaneità, locuzione ormai più volte ricorrente in questo intervento e forse, sino ad ora, non sufficientemente chiarita: ciò che si intende qui sostenere è che la vita civile della società marchigiana poggia ancor oggi, nel suo quotidiano dispiegarsi e nelle sue linee portanti, in certi suoi aspetti essenziali, sull'impianto normativo e sull'assetto istituzionale dati alla nostra regione dalla nuova autorità politica liberale all'indomani del 18 settembre 1860.
Definito allora meglio questo problema di carattere terminologico, c'è da dire che, sul finire di quel settembre 1860, al seguito delle truppe piemontesi guidate dal Cialdini e vittoriose a Castelfidardo sull'esercito pontificio del Lamoricière, lo stato liberale avanzava6) nella persona, nella figura di Lorenzo Valerlo, Commissario Generale straordinario nelle Province delle Marche: inviato da Cavour e fornito dei poteri più ampi, egli aveva il
<9 II verbo cosi felicemente traslato è mutato da R. MOLINELLI, il movimento cattolico nelle Marchi, Urbino, Argalk, 1990, 2 ed., p. 25.