Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Marche. Storia militare. Secolo XIX
anno <1998>   pagina <64>
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64 Michele Milioni
compito di importare nelle Marche la struttura politica e civile del nuovo potere laico, costituzionale e sabaudo, che veniva a destituire e a sostituire quello antico, secolare, religioso e assolutista dello Stato Pontificio.
Michele Polverari, lo studioso dell'azione svolta dal Commissario Straordinario per la costruzione dello stato liberale nelle Marche, ma che affronta il tema come si evince da un breve passo della sua opera che segue da una prospettiva interpretativa differente da quella che si propone in questo intervento, ha scritto:
In quattro mesi Lorenzo Valerio emanò qualcosa come quattrocento decreti: una raffica di bottoni che chiusero il corpo delle Marche nell'abito del regno sabau­do. Opera veloce, ma duratura: statuto, codici, burocrati, poliziotti, magistrati, tutte quelle strutture, tutti quegli organismi che comporranno la tipica immagine autorita­ria dell'Italia del re furono introdotti allora da quell'uomo spedito da Cavour.7)
Nel periodo, appunto, che va dalla battaglia di Castelfidardo al gennaio 1861 (a ridosso dell'ormai prossima proclamazione dell'unitario Regno d'Ita­lia del marzo di quello stesso anno) e passando attraverso il formale inglo­bamento delle Marche nello stato sardo con il plebiscito del 4 e 5 novem­bre 1860, i provvedimenti emanati dal Valerio e dall'autorità liberale lui sovrastante sottoponevano la nostra regione ad un generale e radicale processo di trasformazione civile, politica, territoriale-amministrativa confe­rendole il volto, dotandola della fisionomia che tuttora in gran parte con­serva e che, dunque, da allora continua a scandire e a governare la vita della società marchigiana contemporanea.
In questo senso, in questa direzione e in primo luogo, assai significati­ve rimangono le disposizioni varate dal Luogotenente Generale dei Regi Stati Eugenio di Savoia8) circa il riassetto del territorio marchigiano con la suddivisione della regione negli attuali quattro compartimenti provinciali: venivano cioè soppresse le due delegazioni ex-pontificie di Camerino e Fermo "annettendone i territori rispettivamente a Macerata e ad Ascoli";9) se, poi, inoltre, la provincia di Macerata incamerava il mandamento di Visso sottratto alla delegazione di Spoleto, perdeva però, a tutto vantaggio di quella di Ancona, i ben più ricchi e importanti distretti di Fabriano, di Sasso ferrato, di Filottrano e di Loreto ;T) la provincia di Pesaro, sino ad allora la più estesa, cedeva infine alla vicina Umbria, a Perugia, il distretto di
*) M. POLVERARI, op. dt>, p. 30.
**) Decreti Regi 1B60 voi. IV, Ordinamento amministrativo. Decreto n. 4495 del 22 di­cembre 1860, Divisione del territorio dello Marche, p. 3505.
MICHELE MILLOZZI, Le Marche dall'Unità alla Rerum Novarum, in La Rerum Nova-rum tulle Marche, Urbino, Quattroventi, 1993, pp. 19-20,
) Ivi, pp. 20-21.