Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Marche. Storia militare. Secolo XIX
anno
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1998
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pagina
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65
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Alle orìgini delle Marche contemporanee 65
Gubbio e alla provincia di Ancona il distretto di Senigallia; Ancona era dunque designata ad assurgere a nuovo capoluogo regionale con tutte le attribuzioni istituzionali legate al ruolo sottraendo a Macerata il prestigio e le funzioni di città egemone dei contesto marchigiano; in parallelo, la risistemazione territoriale delle province faceva sì che quella di Ancona diventasse la più importante delle Marche.
Definita quella nuova, ma tuttora invariata conformazione territoriale della regione, il Valerio provvedeva pure a dotarla di una struttura istituzionale che, come si è già più volte ricordato, risulta ad oggi ancora quasi del tutto immutata o, meglio, nel corso del tempo più volte mutata in rapporto ed in funzione delle esigenze di una democrazia sempre più allargata ma, di fatto, lasciata inalterata nel suo impianto di base e nei suoi principi ispiratori.
Quell'allora nuovo impianto istituzionale interessava, insieme con altri, tre aspetti essenziali, oggi come allora, della vita civile della società marchigiana: l'ordinamento delle amministrazioni locali, l'ordinamento della giustizia e della istruzione pubblica.11)
Prima ancora dell'accorpamento e della ridistribuzione degli assetti territoriali delle province, quel criterio era stato adottato per i comuni; ne era conseguito naturalmente, poi, che anche il sistema di governo delle une e degli altri venisse omologato dal nuovo ordinamento delle amministrazioni locali che, ad esempio, individuava nella figura del Presidente, per le province, e in quella del Sindaco, per i comuni, insieme con le rispettive giunte, gli organi esecutivi del governo locale.
Ora, se è certamente vero che, in virtù della scelta politica dell'accentramento, dello stretto controllo del potere centrale su quello periferico così peculiare dello stato liberale soprattutto nei primi anni unitari, presidente della provincia era di diritto il Commissario provinciale, il futuro prefetto, di nomina regia così come il sindaco era di nomina regia; se è certamente vero che, in ossequio alla concezione della gestione elitaria della cosa pubblica altrettanto tipica della democrazia liberale, l'accesso alla vita politica nazionale e a quella di governo locale era regolamentata da elezioni basate su censo e capacità, è però non meno vero che quell'ordinamento amministrativo, sottoposto nel tempo a correttivi di democrazia sempre più allargata, è rimasto nel suo impianto strutturale, nelle sue figure istituzionali, e nei suoi poteri giurisdizionali sostanzialmente inalterato.
Non meno significativo, sotto il profilo innovativo, è il riordino del sistema giudiziario. In questo senso la separazione della autorità inquirente
") Cfr. in Raccolta ufficiali deg/i atti del li. Commissario Generale Straordinario nelle Provincie delle Marche, Ancona, 1860-1861, i decreti n. 2 del 22 settembre 1860, n. 6 del 24 settembre 1860, a. 35 del 6 ottobre 1860, n. 355 del 6 novembre 1860, riprodotti in M. POLVERAR], op. cit.t Appendice Documentaria,