Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Marche. Storia militare. Secolo XIX
anno <1998>   pagina <69>
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Libri e periodici 6
Su ognuno dei temi trattati Pischedda ha trovato una documentazione più va­sta, su ognuno di quei temi lo storico ha ritenuto di dover tornare per sviluppare dei concetti non esplicitati o appena accennati, ma soprattutto per formularne altri del tutto nuovi, nati da ricerche svolte successivamente. Occorre però dire con nettezza che, al di là della nuova documentazione specifica reperita, alla base di questa nuova opera di Pischedda, c'è soprattutto l'immenso lavoro oramai ultra­trentennale della cura esemplare déH'Epistolario cavouriano, giunto oramai con il 1858 al XV volume, con l'avvertenza che, a partire dal XII, ogni volume è fatto sempre di due tomi Quella cura attenta e minuziosa, che ha comportato ricerche nelle direzioni più diverse, non ha prodotto soltanto una annotazione preziosa e quindi un aiuto formidabile a quanti si accingono alla lettura del testo cavouriano, ma ciò che è anche più importante ha suscitato interrogativi, ha suggerito temi ulteriori di ricerca riguardanti l'ambiente, nel senso più ampio del termine, in cui viveva Camillo, il che vuol dire la sua famiglia e la sua parentela, i suoi collaboratori e i suoi avversari politici, ma anche il modo di amministrare i propri beni, di impo­stare un bilancio, di progettare il futuro economico della famiglia, di prevedere le congiunture favorevoli o i periodi di crisi.
Del resto la stessa acquisizione di nuovo materiale documentario è necessa­riamente collegata a questo mirabile impegno di lavoro intelligente, paziente, co­stante che fa oggi di Carlo Pischedda, indiscutibilmente, il maggiore studioso di Cavour.
La lettura del libro suggerisce anche qualche altra riflessione su ciò che ca­ratterizza la ricerca storica di Pischedda. Già dieci anni fa, negli Studi in suo onore pubblicati dal Centro stadi piemontesi nel suo settantesimo compleanno, io notai che, a scorrere l'elenco dei suoi scritti, si poteva avere l'impressione che Pischedda avesse privilegiato l'edizione critica di testi e documenti rispetto ai saggi interpretativi. Una scelta controcorrente nel nostro mondo accademico e non soltanto nel nostro che pochi avrebbero potuto fare con altrettanto coraggio e con pari perizia, perché ad essa poteva corrispondere, nell'immediato, un lustro minore e forse una noto­rietà più circoscritta, ma una scelta che nei tempi lunghi si è rivelata anche un in­segnamento e una lezione di metodo, rigorosa e ammonitrice.
L'interesse per i singoli personaggi da Boncompagni a Cavour, da Carlo Alberto a Vittorio Emanuele II, da Ricasoli a Rattazzi ha sempre caratterizzato una tendenza di tipo prosopografico che è certo presente nella storiografìa con­temporanea, ma che in Pischedda è costitutiva del suo modo di fare storia. Non si tratta, naturalmente, di facile psicologismo ma della convinzione radicata nello sto­rico piemontese che nel corso della ricerca è necessario portare la propria attenzione anche sulle singole individualità, sulle qualità e i difetti dei personaggi esaminati, sui loro comportamenti quotidiani Una convinzione nella quale si può cogliere la con­sapevole eredità di motivi presenti nella migliore storiografìa italiana di questo se­colo: penso ai profili di Verri o di Balbo dovuti alla penna di Nino Valeri, ma so­prattutto ai medaglioni che concludono le "Premesse alla Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896 di Federico Chabod, che con molta decisione difese la ne­cessità di saper vedere gli uomini, le singole personalità con i loro pensieri ed af­fetti, in polemica con una storiografia largamente presa dalle dottrine pure, dalle strutture e dalle statistiche, che disdegnala) l'uomo, come tale, confondendo i pettegolezzi mondani con la ricostruzione morale e spirituale di una personalità.
Leggendo alcune pagine di questo volume di Pischedda, mi veniva in mente il suo magistrale saggio dedicato a Bettino Ricasoli apparso nel primo fascicolo del 1956 nella "Rivista storica italiana e ristampato con una nota aggiuntiva nel 1963 nel volume complessivo Problemi dell'unificatone italiana nel quale accanto al profilo