Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Marche. Storia militare. Secolo XIX
anno
<
1998
>
pagina
<
70
>
70 Libri e periodici
dell'uomo politico c'era quello del capofamiglia e dell'imprenditore, la dimensione politica, cioè, e quella domestica e familiare, le scelte politiche e, insieme, la accorta direzione degli affari-Quella tendenza in Pischedda si è ora ulteriormente affinata, guadagnando anche in qualità letteraria. Penso, ad esempio, ai due studi su Filippina, cosi felici nella descrizione di un personaggio dai tratti forti, autentici, personali e insieme, almeno in parte, comuni alle dame del suo tempo.
La ristampa del medaglione rievocativo di Filippina scritto da Giuseppina, la prima noterella biografica dell'amata Marina, per usare le parole dell'Autore, non è stata sollecitata soltanto da scrupolo filologico, ma dalla volontà di restituire alla prima fonte della tradizione biografica di Filippina il posto e il ruolo che le spettavano, visto che i vari studiosi di Cavour attingevano tutti a quel racconto indirettamente, tramite la parafrasi del Berti, perdendo (riprendo le espressioni di Pischedda), i pregi della testimonianza, la bravura della descrizione, la vivezza del racconto, i moti dell'animo partecipe.
La grande biografia cavouriana di Rosario Romeo fondata su una documentazione larghissima, tratta per lo più dalle carte conservate a Santena, e precedentemente gli scritti di Francesco Ruffini, hanno dimostrato come il periodo napoleonico abbia coinciso per i Cavour con un momento di particolare fortuna. Pischedda con il saggio sulla nonna patema di Camillo ha inteso da un lato integrare la ricostruzione storica di Romeo, dall'altro confermarne o ritoccarne, con nuovi apporti documentari, le conclusioni e i giudizi.
A mio giudizio, però, nel lungo saggio su Filippina c'è qualcosa di più, oltre le integrazioni, le conferme, le parziali modifiche rispetto all'opera di Romeo. C'è la ricostruzione a tutto tondo di un personaggio che solo qui acquista un suo particolare rilievo, un personaggio centrale nella famiglia Cavour. Pur avversa ai francesi che avevano costretto i suoi parenti ad abbandonare la Savoia e li avevano privati dei loro beni, Filippina è consapevole della necessità di non assumere atteggiamenti solo protestatari, come dimostra la collaborazione con il generale Menou, tramite il barone nizzardo Louis Blancardi Roero de La Turbie, per poter sperare in una decisione imperiale che le consentisse di rientrare in possesso dei beni sequestrati alla sua famiglia di origine. Determinante per le fortune dei Cavour in quegli anni tu anche l'amicizia di un personaggio potente come Maret, ministro di Napoleone a partire dal 1804: Michele venne nominato primo ciambellano del principe Camillo Borghese divenuto governatore generale del Piemonte; Victoire venne scelta come dama di compagnia, Filippina come dama d'onore, lo zio Uberto nominato prefetto di palazzo.
Pischedda sottolinea giustamente che Filippina non fu affatto attratta dal fasto imperiale ma fu spìnta ad accettare la nomina, superando l'iniziale titubanza o ripugnanza, per poter procurare dei vantaggi al figlio e ai parenti tutti, vivessero in Piemonte o nella Savoia.
A partire dall'estate del 1808 Filippina visse a Parigi, tutta dedita a Paolina una principessa paxvenue (come scrive giustamente Pischedda) che per educazione, costumi, comportamenti e aspirazioni rappresentava esattamente l'opposto di Filippina. E questa visse sette anni quel ruolo di dama d'onore con tutto l'impegno e la serietà necessari fin quando il tramonto dell'astro napoleonico non la liberò definitivamente dagli splendori della corte e la restituì agli affetti domestici e al tipo di vita che le era più congeniale. C'è sempre in Filippina, nella chiarezza dell'obiettivo prescelto, una rigorosa determinazione nel perseguirlo, non senza un profondo e sofferto senso di una realtà non facilmente modificabile. Sarà lecito chiedersi se quel realismo, di cui si è parlato e scritto a proposito di Camillo non come ami-