Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Roma. Iconografia. Secolo XIX
anno <1998>   pagina <507>
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LA pretesa fotografia di Roma 1849 507
il merito doveva essere in parte attribuito allo scalpore suscitato anni or-sono dalla panoramica fotografica in questione.5)
In realtà la più famosa foto del Risorgimento, che ha fatto scrivere tanto e tanto a sproposito sull'eroico, anonimo, reporter di guerra, altro non è che la foto o meglio le foto, scattate nel 1883, di una grande tela pano­ramica di 120 metri di lunghezza per 14 di altezza, esposta per la prima volta in quell'anno in un edificio costruito proprio per questi spettacoli a Milano al Foro Bonaparte.
L'autore fu l'artista belga Leon Philippet che cominciò il suo lavoro nel 1882, dipingendo 12 quadri di 1 per 1,4 m. che costituivano lo studio nel rapporto 1:10 della gigantesca tela panoramica, e utilizzando ìl Belvedere della villa Savorelli quale punto di vista per abbracciare l'immensa scena che doveva rappresentare nei suo Panorama.
Questa opera fu, oltre che artistica, una vera operazione industriale-commerciale assolutamente in linea con i tempi nei quali anche in Italia la civiltà industriale faceva i suoi primi timidi passi e condizionava il gusto del pubblico.
Una conoscenza che avrebbe potuto mettere sulla strada chi si è oc­cupato della panoramica fotografica sarebbe stata quella del famoso incisore e acquarellista Quinto Cenni.
Il suo capolavoro è l'imponente raccolta di figurini militari di tutto il mondo che rappresentano un vero e proprio codice di uniformologia. Il Cenni che viveva e operava a Milano collaborò con il Philippet per il dipinto della panoramica dell'assedio di Roma, insieme con un'altra decina di artisti lombardi e con Romolo Koelman, romano e molto legato al pittore belga. Il Cenni utilizzò le foto del Panorama per realizzare, attraverso un lucido, il disegno che, inciso da Centenari, Mancastroppa e altri validis­simi collaboratori, fu edito a Milano da Ambrogio Centenari in occasione dell'Esposizione Generale Italiana di Torino del 1884.
Questa incisione fu posta in vendita al prezzo di 50 centesimi in una cartella, sul frontespizio della quale è disegnata la pianta della zona di piazza Castello a Torino, con l'indicazione della via più diretta per raggiungere il giardino della cittadella, dove era esposto il Panorama del Philippet
Sotto al margine inferiore, a metà dell'incisione stessa si può leggere in grassetto la doverosa attribuzione dell'opera: Leone Philippet inv. e dip..
Ma quale era lo scopo dell'incisione? Era evidentemente quello di spiegare allo spettatore del Panorama la dinamica degli avvenimenti, ricorda­re i nomi degli eroi di quella giornata e i luoghi, cosi ben riprodotti sulla tela, dove gli scontri erano stari più significativi. Per questo, ed è una splendida testimonianza della funzióne didattica cui il Panorama assolveva, il
3) PIERO BECCHETTI, Fotografi e fotografia iti Italia 1839-1880, Roma, Quasar, 1978, pp, 22-27.