Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Roma. Iconografia. Secolo XIX
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1998
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La pretesa fotografìa di Roma 1849 511
Leon Philippet, nato a Liegi nel 1843, seguì i corsi dell'Accademia da cui usd riportandone i massimi riconoscimenti.
Venne a Roma nel 1868 come vincitore della borsa di studio della fondazione Lambert Darchis. Nella nostra città, dice la sua biografia, fu preso dalla magie de la ville e vi si fermò per quasi 20 anni: frequentò e dipinse tutte le osterie di Roma e dintorni. Nelle sue opere più riuscite si impegnò nel riprodurre i caratteristici tipi popolari: les Musiciens; i paesaggi: Le Tibre à Rome; le feste: Le Cantava/ roman; le scene di strada: la Bataille des femmes; i fatti diversi: L'Assassine', e finalmente gli avvenimenti: i dodici pannelli che compongono La prise de Rome, bozzetto della grande tela panoramica.10)
Fu un punto di passaggio obbligato per gli artisti belgi e stranieri che arrivavano a Roma. Egli li raggruppò in una specie di Accademia che diresse dal 1877 al 1884 con l'aiuto del governo belga. Sposò una vedova romana, ma non dimenticò mai la sua città natale, Liegi, dove si recava ogni anno per mostre, affari e avventure galanti.
Ci ha lasciato un autoritratto, in cui trapela bonomia e amore per la vita: come ha scritto Jean Puraye, autore di una ponderosa opera sulla fondazione Darchis, nelle sedute della sua Accademia non c'era spazio per la melanconia.
Rientrò in patria nel 1877, morendo a Bruxelles nel 1906. Fu considerato dai contemporanei un maitre mais un maitre incompris, padre della pittura liègeoise contemporanea, osservatore scrupoloso della natura e un abilissimo utilizzatore della luce nelle sue opere.11)
Abbiamo detto che sposò una vedova romana, Michelina Gismondi, donna di umili origini di cui il pittore lasciò uno splendido ritratto (conservato al Museo di Arte Vallona a Liegi), insieme ad un altro ritratto del 1877, quello di una graziosa bambina.
Approfondendo le ricerche sul periodo romano del pittore, ho scoperto che questi divenne padre di una bimba, Amelia, nel 1875, battezzata a S. Pietro.12) Evidentemente è lei la fillette dipinta pochi anni dopo.
Questa è stata per me non tanto una notizia biografica, ma la chiave che mi ha aiutato a collocare il Philippet nell'ambito delle sue amicizie e frequentazioni romane.
Infatti dall'atto del battesimo della piccola si legge che il padrino fu Romolo Koelman. Questi era il figlio di Jan Heindrich, pittore stipendiato
1(J) WILLEM G. FLIPPO, Lexicon of the Belgan Roman tic Paintm, Bruxelles, International Art Press, 1981, ad nowen.
n) JEAN PURAYE, La fondatimi Darchis, Roma-Iiègc, Fondazione Darchis, 1993, p. 233. t2) Archivio del Vicariato, Tabularti//, Registro dei battesimi dell'anno 1875.